di Fabrizio Andreoli
29 luglio – E’ notizia di questi giorni il sequestro di alcuni reparti dell’ILVA di Taranto, lo stabilimento siderurgico piu grande d’Europa, che rappresenta una risorsa strategica, sia per l’economia regionale pugliese, che per quella nazionale.
Chi è interessato puo’ leggere qui la relazione dei periti che ha determinato il sequestro degli impianti.
Con molto realismo, Antonio Leone, vicepresidente della Camera del Pdl, ha dichiarato ”Siamo arrivati al sequestro del piu’ grande centro siderurgico d’Europa all’interno del quale ci sono le vite di oltre 8000 operai, che diventano 20.000 con l’indotto che serve l’Ilva di Taranto in tutta Italia.”
Venerdì scorso invece Bonelli, esponente dei verdi, durante la trasmissione di Giannino su radio24, facendo leva sul tragico carico di sventura, morti e sofferenze, pronunciava frasi a effetto del tipo ” gli ospedali sono pieni di bambini con la leucemia grazie ad ILVA”, oppure “ogni famiglia ha più di un morto nella provincia grazie a quell’industria” ed altre affermazioni del genere.
Viene da chiedersi come mai non ci siano mucche a tre teste ed agnelli con sei zampe in numero eccezionale, ma credo che non sia facile verificare la notizia. Quello che invece si può fare, al di la dell’azione della magistratura, è provare a verificare il numero di decessi standardizzato per tumori nella provincia di Taranto e magari confrontarlo con quello delle altre provincie d’Italia.
Cosi, visto che mi piace discutere con i dati alla mano, sono andato a scaricare e a confrontare i tassi di mortalità per tumore, provincia per provincia. Leggendo dati ufficiali si possono fare riflessioni molto interessanti. (vedi immagine in basso)
Nella provincia di Taranto si contano 26,1 decessi per 100mila abitanti. Preso da solo, questo dato non dice molto; del resto è logico, ci sono province dove si vive meglio ed altre dove si vive peggio, ma proviamo a confrontare i dati di Taranto con quelli di altre province Italiane.
Nella provincia di Novara ci sono 30 decessi ogni 100mila abitanti, mentre nella provincia di Trieste siamo a 29,7.
Notiamo nella provincia di Viterbo un 28,7 e nella provincia di Udine 29,3, mentre Ferrara ha un bel 29,3, Gorizia arriva a 29,5 e nella provincia di Bergamo arriviamo ad un tasso standardizzato di morti per tumore pari a 31,4; a Belluno e Pavia riscontriamo in questa triste classifica, 31,2 morti ogni 100mila abitanti.
Mi chiedo… ma quante ILVA ci sono in Italia? Posso comprendere che i morti locali siano per i residenti più importanti dei morti di altre regioni o provincie, ma almeno non diciamo panzane…
Personalmente, fermare un’industria che è in situ da più di 40 anni, con tutti quei dipendenti e quell’indotto, mi pare un’idiozia tutta italiana, soprattutto se si considera che essa fornisce da sola il 50% del manifatturiero Italiano, praticamente l’unica cosa che tira in questi periodi di magra.
Chi è avvezzo a fare propaganda sulle tragedie umane (perché di questo si tratta), per quale motivo non prende in considerazione anche il 31,4 di Bergamo o il 31,2 di Belluno e Pavia? Anche quelle sono tragedie. Ogni numero traduce in statistica sofferenze personali e familiari che sinceramente non augurerei a nessuno, neanche a chi su questi numeri ci specula!
Viste le statistiche, e nel rispetto di tutte le persone (me compreso) che hanno perduto persone care a causa dei tumori, mi auguro che si smetta di strumentalizzare il dolore per scopi propagandistici o altro…
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