18 ago. (Adnkronos) — Per ora rimane un obiettivo sfuggente, ma presto la pillola contraccettiva maschile potrebbe davvero diventare realtà: i risultati di un nuovo studio su ‘Cell’ dimostrano che gli scienziati del Dana-Farber Cancer Institute e del Baylor College of Medicine (Usa) stanno andando nella giusta direzione per rendere il controllo delle nascite per via orale una responsabilità non più a esclusivo appannaggio di ‘lei’, ma anche di ‘lui’.
I ricercatori spiegano di aver messo a punto e testato un composto di piccole molecole con funzione contraccettiva reversibile nei topi maschi. Il composto, chiamato JQ1, penetra attraverso il tessuto sanguigno del testicolo e arriva a interrompere la spermatogenesi, il processo attraverso il quale si sviluppano spermatozoi maturi. Il risultato è una diminuzione del numero e della qualità degli spermatozoi.
Lo studio ha dimostrato che la produzione di spermatozoi normali riprende quando la terapia con JQ1 viene interrotta e che il composto non influenza la produzione di testosterone, il comportamento sessuale o la salute della prole concepita dopo l’uso del farmaco. “I nostri risultati dimostrano che, quando somministrato ai roditori, questo composto produce una diminuzione rapida e reversibile della conta e della mobilità degli spermatozoi con profondi effetti sulla fertilità”, sottolinea James Bradner, autore senior della ricerca.