17 ago – “No ai tatuaggi razzisti, discriminatori, osceni, con riferimenti sessuali, o che possano portare discredito alle istituzioni della Stato e alle forze armate”. E’ la categorica direttiva dell’Esercito che già aveva vietato tattoo e piercing nelle zone visibili del corpo. La necessità a procedere – specifica la circolare inviata ai reparti di tutto il territorio – allo scopo di “prevenire situazioni che possano incidere sul decoro dell’uniforme“.
Infine, in presenza di un tatuaggio non consentito, il Comandante è invitato ad attivare “un apposito procedimento finalizzato all’eventuale adozione di un provvedimento disciplinare. Nei casi in cui la violazione sia di gravità tale (ad esempio tatuaggi con contenuti offensivi o di vilipendio per le istituzioni o configuranti apologia di reato) da ledere l’interesse generale dell’amministrazione e abbia una rilevanza anche esterna all’amministrazione stessa, possono ricorrere i presupposti anche di una sanzione disciplinare di stato”. tgcom