13 agosto – (Reuters) – I siriani ribelli che vogliono rovesciare il presidente Bashar al-Assad necessitano della protezione di una no-fly zone e di aree di rifugio controllate da forze straniere vicino ai confini con la Giordania e la Turchia, ha riferito uno dei leader dell’opposizione siriana.
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Ieri si è combattuto ad Aleppo, nel nord della Siria, dove carri armati, artiglieria e cecchini hanno attaccato i ribelli nel quartiere di Saif al-Dawla, vicino alla zona già devastata di Salaheddine.
Abdelbasset Sida, capo del Consiglio nazionale siriano, ha detto che gli Usa hanno compreso che l’assenza di una zona di interdizione al volo per contrastare la superiorità aerea della forze di Assad ostacola i movimenti dei ribelli.
Ieri, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha detto che Stati Uniti e Turchia stanno studiando un ventaglio di possibili misure per aiutare i ribelli siriani, tra cui appunto l’istituzione di una no-fly zone, pur senza indicare scadenze.
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“Ci sono aree che vengono liberate – ha detto Sida a Reuters parlando al telefono da Istanbul – ma il problema è l’aviazione, oltre ai bombardamenti d’artiglieria, che causano morti e distruzione”.
Per Sida l’istituzione di aree sicure ai confini con Giordania e Turchia “è una cosa essenziale che confermerebbe al regime che il suo potere sta diminuendo ogni secondo”.
Una no-fly zone imposta dalla Nato e dagli alleati arabi aiutò nel 2011 i ribelli libici a rovesciare Muammar Gheddafi. Ma i paesi occidentali stavolta sembrano poco propensi a ripetere l’esperienza, e Russia e Cina si oppongono fermamente a un possibile intervento militare.