Grandi multinazionali si preparano a eventuale fiasco dell’euro

9 agosto – Capitali in fuga dall’euro e dall’Europa. Purtroppo molti grandi gruppi internazionali hanno cominciato a prepararsi e premunirsi contro un possibile fiasco finale dell’euro. Così stanno ritirando i loro depositi dalle banche nell’Eurozona, e li spostano in Paesi dell’area dollaro Usa o dove si trovano valute sicure.

 Dichiara Simon Henry, responsabile finanziario del colosso petrolifero anglo-olandese Shell: «La nostra disponibilità a correre rischi connessi ai crediti in Europa è cambiata». Il quale ha cominciato a delocalizzare i suoi depositi dall’Eurozona all’area del dollaro Usa.

Shell è la più grossa azienda del Vecchio Continente e dispone di liquidi per 17,3 miliardi di dollari Usa. Ma non è il solo ad aver scelto di voler abbandonare le spalle all’euro. Il suo esempio è seguito anche da altri colossi global player. Come ad esempio la britannica Vodafone, che è il primo operatore mondiale delle telecomunicazioni mobili, o la grande azienda farmaceutica britannica GlaxoSmithKline.

La decisione dei big anglosassoni sta ponendo i maggiori gruppi tedeschi davanti a un drammatico dilemma. Non sanno più fin quando i loro depositi in euro saranno sicuri, ma proprio come aziende tedesche non vogliono assolutamente correre il minimo rischio di venire poi accusati di essere gli affossatori dell’euro, nel caso seguissero l’esempio dei big angloamericani o simili.

Per la Confindustria tedesca, il Bundesverband der deutschen Industrie  non si parla  di spostare depositi fuori dalla zona euro. Avverte Hans-Peter Keitel, il presidente del Bdi: «Ogni allontanamento di gruppi tedeschi e dei loro depositi potrebbe portare a passi indietro nell’integrazione europea, i quali avrebbero conseguenze incalcolabili per la stabilità politica ed economica del continente».

Ci sono poi casi particolari: l’importante tour operator tedesco Tui ha cominciato da qualche mese a modificare i suoi contratti per offerte di viaggio in Grecia con clausole speciali per premunirsi da ogni rischio di perdite nel caso di un’uscita del governo ellenico dall’eurozona e di un ritorno alla dracma.

fonte: www.tradingonlinefree.it/