«nessuna integrazione senza rispetto delle regole». Così la segreteria provinciale della Lega Nord replica alle parole di Jiad Bouchaib, polemico col Carroccio sui temi del nuovo centro culturale islamico di via Mascaretti.
«Il vero volto di certa immigrazione emerge chiaramente dalle parole di Jiad Bouchaib: invece di mostrare aperture e disponibilità a esibire, con trasparenza, tutti i passaggi operati per regolarizzare la moschea di via Mascaretti, se la prende con la Lega Nord, rea di aver “osato” chiedere conto della regolarità dei locali dell’associazione islamica adibita a luogo di culto». Così la segreteria provinciale della Lega Nord replica alle parole di Jiad Bouchaib, polemico col Carroccio sui temi del nuovo centro culturale islamico di via Mascaretti.
«Dalle parole di Bouchaib traspare limpidamente la chiusura manifestata da taluni, che vengono nel nostro Paese solo per reclamare diritti, pensando di essere esonerati da ogni dovere. Questa è l’immigrazione che non ci piace, questa è l’immigrazione che vuole affossare le nostre tradizioni, “colonizzare” i Paesi ospitanti.
Questa è l’immigrazione appoggiata e sostenuta dalla sinistra (non a caso Bouchaib è iscritto a Rifondazione comunista), che allargando oltremisura le maglie della tolleranza, spera di poter monopolizzare il voto dei “nuovi proletari” per garantirsi il potere in eterno. A questa politica la Lega oppone quella del rispetto delle regole, che sono uguali per tutti – immigrati e non – e che tutti, in ugual modo, sono tenuti ad osservare».
«Quanto alle accuse alla Lega – sottolinea il consigliere regionale Stefano Cavalli – ricordiamo a Bouchaib che in casa nostra abbiamo guardato attentamente, tanto che chiunque abbia sbagliato è stato allontanato e per chiunque sbaglierà in futuro si farà altrettanto. Non siamo mai sfuggiti alle nostre responsabilità, ma – al contrario – ci siamo cosparsi il capo di cenere e, pancia a terra, ci siamo messi subito a lavorare per ricostruire. Gli obiettivi sempre quelli: federalismo e priorità al Nord, da perseguire con metodi democratici, diversamente dal Prc che a parole si professa pacifista e aperto al dialogo, ma nei fatti dimostra regolarmente il contrario. Alle loro manifestazioni sono infatti all’ordine del giorno disordini e tafferugli. Tristi esempi ne abbiamo avuti anche a Piacenza».
fonte: ilpiacenza