6 ago. (TMNews) – Antonio Di Pietro attacca il presidente della Repubblica. “Ci sono – dice il leader Idv in un’intervista al settimanale ‘Oggi’ – due Giorgio Napolitano: quello che ci racconta oggi la pubblicistica ufficiale, il limpido garante della Costituzione, e quello che raccontò l’imputato Bettino Craxi in un interrogatorio formale, reso nel 1993, durante una pubblica udienza del processo Enimont, uno dei più importanti di Tangentopoli”.
“Craxi – riferisce ancora Di Pietro – descriveva quel Napolitano, esponente di spicco del Pci nonché presidente della Camera, come un uomo molto attento al sistema della Prima repubblica, specie coltivando i suoi rapporti con Mosca. Io credo – sostiene ancora Di Pietro – che in quell’interrogatorio formale, che io condussi davanti al giudice, Craxi stesse rivelando fatti veri, perché accusò pure se stesso e poi gli altri di finanziamento illecito dei partiti. Ora delle due l’una: o quei fatti raccontati non avevano rilevanza penale oppure non vedo perché si sia usato il sistema dei due pesi e delle due misure“.
“Abbiamo letto sul prestigioso New York Times – attacca ancora l’ex pm – che al nostro presidente della Repubblica è stato dato il titolo di ‘Re Giorgio’. A nessun altro capo dello Stato era mai capitato prima. Bisogna porsi questo problema. Evidentemente il presidente della Repubblica ha cercato il consenso di tutte le forze politiche per mantenere un’acquiescenza nei suoi confronti, una quiete, che io non condivido. Io penso – conclude Di Pietro – che quando c’è un fallo l’arbitro debba fischiare e non fare finta di niente, sennò cerca di addomesticare la partita”.