(ANSAmed) – GAZA 6 agosto – Il violento blitz dei jihadisti del Sinai – che ieri hanno preso d’assalto una caserma egiziana, vi hanno fatto strage, si sono impossessati di due blindati e immediatamente si sono lanciati all’assalto di un vicino valico israeliano – sembra aver colto totalmente di sorpresa Hamas. Una sorpresa che si colora in queste ore d‘imbarazzo nei confronti delle autorità del Cairo (e della leadership ‘amica’ dei Fratelli Musulmani), per il denunciato coinvolgimento nell‘attacco di cellule palestinesi della Striscia di Gaza.
L’episodio, risoltosi in un bagno di sangue, ha già provocato conseguenze, con la chiusura a tempo indeterminato da parte dell’Egitto del valico di Rafah, fra il Sinai e la Striscia. E rischia di spegnere sul nascere gli entusiasmi suscitati a Gaza dall’ascesa al potere in riva al Nilo dei Fratelli Musulmani (punto di riferimento politico-ideologico per Hamas).
Ancora poche settimane fa, con l’insediamento di Mohammed Morsi alla carica di presidente dell’Egitto, la popolazione di Gaza era scesa in piazza per festeggiare l’evento: per ore raffiche di arma automatica erano state sparate verso il cielo in segno di gioia. Ieri invece, dopo la uccisione di 16 agenti egiziani, Morsi non ha esitato a puntare il dito accusatore proprio all’indirizzo dei dirigenti di Gaza. Nelle ultime ore questi ultimi hanno fatto a gara nel denunciare l’attacco, nell’esprimere cordoglio ai congiunti delle vittime e nel promettere che i complici dell’eccidio eventualmente scoperti all’interno della Striscia riceveranno punizioni esemplari.