Disoccupazione sale al 10,8%. Monti: siamo vicini alla fine del tunnel

Roma, 31 lug. – Aumenta il numero di disoccupati a giugno: sono 2 milioni e 792mila, un dato in rialzo su base annua del 37,5%, ovvero di 761mila unità con il tasso di disoccupazione che si attesta al 10,8%. Lo rileva l’Istat analizzando i dati provvisori e destagionalizzati e aggiungendo che su maggio la crescita è del 2,7%. Si tratta di un record storico, il livello più alto dall’inizio delle serie mensili (2004) e delle trimestrali (1992).

Se non si interviene immediatamente per rilanciare l’occupazione si rischia di trasformare l’Italia in un Paese senza futuro, che non offre ai giovani nessuna prospettiva” concludono i Presidenti Federconsumatori e Adusbef che aggiungono: “Considerando l’incremento di prezzi, tassazione e tariffe, quest’anno ogni famiglia subirà ricadute per +2.474 Euro”.

Per Monti invece va tutto a gonfie vele.”E’ un tunnel, ma stanno succedendo due cose: la fine del tunnel sta cominciando a illuminarsi e noi e il resto d’Europa ci stiamo avvicinando alla fine di questo tunnel“. Lo dice il premier Mario Monti ai microfoni di Radio Anch’io, su Radio Uno, prima di partire per un tour europeo che lo porterà subito a Parigi, poi a Helsinki e Madrid.

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Il Presidente del Consiglio, definendo la Germania “un punto di riferimento essenziale”, ribadisce poi la necessità di applicare le decisioni assunte dal Consiglio europeo di fine giugno, “chiave di volta” per uscire dal tunnel della crisi. “Sono state molto importanti – sottolinea il presidente del Consiglio – le decisioni che abbiamo preso nel Consiglio Europeo del 28 e 29 giugno“, decisioni che si sono rivelate “proficue, e adesso ne stiamo vedendo le conseguenze in termini di maggiore disponibilità sia delle istituzioni europee, sia dei singoli governi – compresi quelli tedeschi e quelli del nord – a fare tutti la loro parte, oltre a fare ciascuno i compiti a casa”.

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“Oggi – sottolinea poi il premier – l’incontro con Hollande si iscrive in questo quadro: vogliamo verificare i rispettivi punti di vista e vedere come insieme, Francia e Italia, possono contribuire a portare avanti questo processo, che è contemporaneamente di messa in sicurezza dell’euro, questa grandissima costruzione qualche volta un po’ scricchiolante – riconosce Monti – e di deciso impulso alla crescita europea”.