30 lug – ”La nostra Costituzione tramortita dalla prepotenza di chi avrebbe tanta voglia di assolutismo, ossia di comprimere la potesta’ delle Camere. Era la voglia conclamata di Berlusconi. Pensavamo d’aver raggiunto l’apice. Ci siamo sbagliati: sottovalutavamo Monti-Napolitano”. Lo scrivono il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile del dipartimento giustizia del partito, Luigi Li Gotti, in un post pubblicato sul blog www.antoniodipietro.it.
”C‘era una volta – si legge – la democrazia parlamentare, luogo di confronto e di elaborazione dei disegni di legge. La nostra Costituzione, all’art.70, rammentava che ‘la funzione legislativa e’ esercitata collettivamente dalle due Camere’.
Poi c’era il Governo, anch’esso abilitato a presentare disegni di legge, con una fondamentale differenza: per farlo doveva avere, ogni volta, l’autorizzazione del Presidente della Repubblica, come si legge all’art.87 della Costituzione. Abbiamo usato il verbo al passato, non a caso.
La nostra Costituzione c’e’, e’ viva, e’ bella. Ma per molti e’ diventata una pastoia, un ostacolo. Come fare per sbarazzarsene? Hanno trovato l’articolo adatto, il 77: ‘in casi straordinari di necessita’ e di urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilita’, provvedimenti provvisori con forza di legge’. Ma ci sarebbe un ostacolo: e’ il Presidente della Repubblica che e’ chiamato a vigilare sulla straordinarieta’ della necessita’ ed urgenza”.
”Bella cosa cosi’. Sennonche’ ormai accade, con frequenza bisettimanale, che il Governo ricorra al decreto e il Presidente della Repubblica verifichi, bisettimanalmente, che vi siano i requisiti di straordinaria necessita’ e urgenza.
Con la conseguenza che, essendo previsto il termine di sessanta giorni per la conversione dei decreti da parte delle due Camere, il Governo puntualmente pone la fiducia e cosi’ strozza il dibattito parlamentare. Sotto la scure della minaccia-fiducia – concludono -, il Parlamento vota quella che in verita’ e’ una sfiducia con ricatto. Bella la democrazia parlamentare, vero? I costituzionalisti partigiani, la chiamano Costituzione vivente. Secondo noi e’ la nostra Costituzione tramortita”.