Imu, seconda rata più pesante fino all’80% per chi affitta

29 lug. (TMNews) – Aumenti d’imposta, rispetto all’acconto, fino all’80%. È quanto dovranno aspettarsi a settembre i proprietari di immobili locati, in sede di versamento del saldo dell’Imu (per chi ha scelto di pagare in due rate). Secondo i calcoli effettuati dall’Ufficio studi della Confedilizia, l’applicazione della maggiore aliquota deliberata dai vari Comuni, rispetto a quella base uniformemente adoperata per la prima rata e pari al 7,6 per mille, avrà effetti molto pesanti, soprattutto per chi ha affittato con contratti ‘liberi’.

L’effetto per le locazioni è fortemente scoraggiante – commenta sul Corriere della Sera il segretario generale di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa -. C’è il rischio che si tengano le case sfitte”. Oppure che i canoni in scadenza vengano gravati di forti aumenti.

Il Corriere ricorda che la maggiorazione dell’esborso dell’imposta da Ici a Imu è determinata oltre che dall’aumento dell’aliquota, dall’incremento del 60% della base imponibile, dovuto alla variazione del moltiplicatore da applicare alla rendita catastale.

Se si prende ad esempio un affitto calmierato, e come campione un immobile di categoria A/2, cinque vani, in zona semiperiferica, nelle città di Roma, Napoli e Perugia, dove per la seconda rata si applicherà un’aliquota del 10,6 per mille, l’aggravio rispetto alla prima rata sarà del 79%. A Roma, partendo da una rendita catastale di 787,60 euro, se la prima rata è stata di 503 euro, la seconda sarà di 900, per un totale di 1.403 euro. Contro una rata di Ici per un’abitazione simile era di 190 euro.

A Napoli, stesso discorso: partendo da una rendita catastale di 800,51 euro e da una prima rata di 511 euro, ci si ritrova a settembre con 915 euro, per un totale di 1.426. A Napoli una rata di Ici per un’abitazione simile valeva 294 euro.

Passando ai contratti “liberi” le cose peggiorano. Lo studio di Confedilizia pubblicato dal Corsera individua peggioramenti della seconda rata Imu pari al 79% a Roma, Napoli, Torino, Bologna, Genova, Venezia e Perugia, tutte città in cui l’aliquota applicata sarà quella del 10,6 per mille. Ma anche a Milano, dove l’aliquota sarà del 9,6 per mille, il saldo salirà del 53%.