25 luglio – Risvolto a tinte fosche nella vicenda della piccola Emma, figlia di una italiana e di un siriano, scomparsa lo scorso dicembre dopo che il padre, in compagnia di una giovane italiana, l’ha portata via con la scusa di una breve vacanza in Grecia. Atterrati ad Atene, Kharat ha dato alla ragazza un biglietto di ritorno per l’Italia ed ha condotto la bimba nel paese arabo-musulmano, in piena guerra civile.
La situazione caotica del Paese non consente alla Farnesina di raggiungere risultati e il siriano ne approfitta per chiedere soldi “a garanzia della piccola”. E sotto minaccia di morte.
Come è noto, nei giorni scorsi il Ministro Terzi ha consigliato agli italiani che si trovano in Siria il rientro immediato in Italia.
Alla luce di questo, il pensiero va subito alla piccola Emma, una bimba di poco più di due anni che dal 14 dicembre scorso si trova in Siria. Adesso l’uomo si è rifatto vivo telefonicamente con la moglie ed ha chiesto un riscatto di 300 mila euro per la sicurezza della bambina. L’uomo, separato da sua moglie Alice, non vuole che la piccola viva in Brianza, ma che cresca con lui secondo i dettami dell’Islam.
Alice Rossini, 31 anni, impiegata in una impresa di pulizie e mamma della piccola Emma, non ha più notizie certe sullo stato di salute della figlia, non ha più potuto né parlarle, né vederla da ormai troppo tempo e vive quindi nell’angoscia che le possa succedere qualcosa di grave.
Dobbiamo aiutare la piccola Emma a tornare in Italia, nel suo Paese, dalla sua famiglia, dai suoi affetti, dalla sua mamma.
Dobbiamo salvare una piccola cittadina italiana che si trova in una situazione pericolosa e che solo con l’aiuto di tutti noi potrà ritrovare la serenità e le braccia della sua mamma.
Sono sempre più numerosi i casi di bambini coinvolti in fatti di cronaca legati al fallimento dei matrimoni misti.
Ci auguriamo che il Ministro degli Esteri Terzi intervenga, affinché la bimba, che risiedeva a Vimercate con la madre italiana, possa ritornare presto a casa”.
La notizia della richiesta di riscatto da parte del padre Siriano e il fatto che lo stesso abbia rapito e portato la bimba in un Paese in piena guerra civile, malgrado anche sette mesi fa la situazione non fosse certo rosea, pone quesiti inquietanti e soprattutto inaccettabili ad una vicenda già di per sé orribile.
Lo Stato italiano – o quel poco che ne resta – ha l’obbligo istituzionale di aiutare con tutti i mezzi possibili questa nostra connazionale a riabbracciare la propria figlia e assicurare alla giustizia il responsabile di questo ignobile reato, anche attraverso un’azione diplomatica nei confronti dello Stato in cui si trova.
Casi come questi ripropongono prepotentemente alla ribalta la delicata questione dei matrimoni e delle convivenze miste che da anni cerchiamo di portare a conoscenza della gente.
Il famoso proverbio “Mogli e buoi de paesi tuoi” non è mai stato più attuale. Le statistiche ci dicono che l’80% di queste unioni fallisce e quasi sempre a rimetterci sono i figli o le donne. In molti casi questi matrimoni si rivelano in realtà come un mezzo per ottenere la cittadinanza italiana più velocemente. La situazione non più tollerabile e il Parlamento (?) dovrà essere chiamato a legiferare per garantire che le norme del nostro Paese siano scrupolosamente osservate.
Chi desidera inviare un appello per aiutare Emma a tornare dalla sua mamma può inviarlo ai seguenti indirizzi:
giulio.terzi” giulio.terzi@esteri.it,
Fedele Giuseppe giuseppe.fedele@esteri.it,
“segreteria.terzi” segreteria.terzi@esteri.it,
“sottosegretario.dassu” sottosegretario.dassu@cert.esteri.it,
“sottosegretario.demistura” sottosegretario.demistura@cert.esteri.it,
“dgit4.minoricontesi” dgit4.minoricontesi@esteri.it,