23 lug. (TMNews) – Caschi, manette, maschere antigas, bulloni, catene, cesoie, ma anche molotov, chiodi a tre punte, catene, corde e massi. E’ il materiale sequestrato alle forze dell’ordine nei pressi del cantiere per la Torino-Lione a Chiomonte (Torino), dopo i disordini di sabato scorso in Val di Susa. Secondo gli inquirenti, nonostante il contesto sia quello dell’opposizione alla Torino-Lione, l’assalto al cantiere della notte di sabato é stato opera di “professionisti della violenza, provenienti anche da diversi paesi europei e anche dalla Russia” hanno precisato alla Digos.
Un assalto partito da un campeggio nelle vicinanze del cantiere, che viene definito “Campeggio di lotta No Tav” e sul cui futuro domani deciderà il comitato per la sicurezza che si terrà in prefettura a Torino. “In questo momento non riteniamo che il movimento No Tav, che ancora possa avere una parte sana, abbia realmente partecipato e messo il cappello su questo tipo di manifestazione” ha precisato Arturo Variale della Digos del capoluogo piemontese, che ha parlato di assalto premeditato al cantiere e all’incolumità delle forze dell’ordine a presidio di questo.
A dare fondamento alla tesi della premeditazione dell’assalto, il sequestro di altro materiale da guerriglia portato a termine dai Carabinieri nei giorni precedenti il sabato di guerriglia. Il materiale e stato rinvenuto in una baita disabitata a Mompantero (Torino). La questura ha confermato il bilancio di 11 feriti tra le forze dell’ordine, ma anche precisato che l’assalto “avrebbe potuto provocare danni ben piu gravi, vista l’azione messa in campo”. “Non dico che ci sarebbe potuto scappare il morto, non voglio essere drammatico, ma non siamo lontani da questo scenario” hanno rimarcato alla Digos.
Le persone di cui é in corso l’identificazione sono tra 50 e 70. Tra queste potrebbero esserci persone rinviate a giudizio la scorsa settimane dal Tribunale di Torino, per episodi di violenza risalenti al luglio dello scorso anno.