21 luglio – Introdurre un registro comunale delle unioni civili “è un’iniziativa inefficace, forse solo un’operazione d’immagine”. La Curia di Milano per voce di Alfonso Colzani – che insieme alla moglie Francesca Dossi è il responsabile del Servizio per la famiglia della Diocesi – interviene così alla vigilia della discussione in Consiglio comunale in merito al progetto di istituzione del registro delle unioni civili. Non solo. Non si può trascurare “il rischio che la voluta equiparazione tra famiglia fondata sul matrimonio e unione civile porti a legittimare la poligamia“. E’ l’analisi di Mattia Ferraro, vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici di Milano, inserita in ‘Milano7’, il settimanale della Chiesa ambrosiana in edicola domani con Avvenire.
L’uomo poligamo immigrato a Milano, sostiene Ferraro, “potrebbe richiedere il riconoscimento della propria convivenza con tutte le sue mogli come unione civile, posto che il registro non limiterebbe tale unione solo a quella tra due persone. Il Comune di Milano, che non si propone solo di registrare bensì anche di tutelare e sostenere le unioni civili, finirebbe così per tutelare e sostenere un istituto quale la poligamia che nel nostro ordinamento è ritenuto contrario all’ordine”.
A intervenire è poi lo stesso sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. “L’istituzione del registro delle unioni civili ha la finalità di riconoscere e tutelare i diritti di moltissime realtà presenti a Milano e in tutto il Paese – sottolinea – realtà che aspettano da troppo tempo un riconoscimento giuridico, come hanno ribadito più volte la Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione in aderenza agli articoli 2 e 3 della Costituzione. Rispetto naturalmente le opinioni diverse dalla mia, ma intendo anche rispettare l’impegno che ho preso con i cittadini milanesi”. “Auspico che il dibattito e il confronto su di un tema cosi importante e anche così delicato, che tocca sensibilità e opinioni diverse, si svolga senza strumentalizzazioni e nel rispetto ognuno del proprio ruolo”, conclude Pisapia.
Ma per Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale di Milano, la delibera sulle coppie di fatto “non cambia nulla rispetto a diritti già acquisiti e avrà solo un effetto propagandistico per Pisapia e per il centrosinistra milanese“. Per l’esponente del Pdl “porre sullo stesso piano coppie che sposandosi civilmente o religiosamente, assumono un preciso impegno pubblico e persone che, per scelta, o per impossibilità non rendono vincolanti i propri legami ‘affettivi’, significa violare la lettera e lo spirito della nostra Carta fondamentale”. adnk