20 luglio – E’ durato oltre tre ore il colloquio tra il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e Rossella Urru, la cooperante liberata mercoledì scorso dopo essere rimasta per nove mesi in mano ai suoi rapitori. Sulla vicenda l’ufficio del pubblico ministero di Roma aveva aperto un fascicolo ipotizzando il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo.
Le indiscrezioni trapelate sul lungo colloquio sono scarse. Sembra comunque che durante l’incontro abbia dichiarato che contro di lei non furono mai puntate armi e di non essersi mai sentita in pericolo di vita. La Urru inoltre avrebbe parlato di frequenti trasferimenti sempre sotto la scorta dei suoi sequestratori e di non essere comunque in grado di dare una descrizione né di questi né dei luoghi. Durante la prigionia è capitato che fosse qualche volta in compagnia dei due colleghi spagnoli liberati insieme a lei.
Concluso l’incontro con il magistrato la Urru è riuscita ad evitare l’assedio dei fotografi in quanto gli investigatori che l’accompagnavano l’hanno fatta uscire da un varco riservato del Palazzo di Giustizia.
La cooperante italiana, accompagnata dai familiari, è stata ricevuta questa mattina dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Lo ha reso noto un comunicato del Quirinale. Hanno partecipato all’incontro il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, e il capo dell’Unità di Crisi della Farnesina, Claudio Taffuri.adnk