19 luglio – “Lo spread è alto, ma si mantiene stabile, e ciò significa che la fiducia nell’Italia resiste ”: parole pronunciate alcune ore fa (con lo spread intorno a quota 500) dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei non eletti dal popolo, quindi democraticamente non licenziabili dal popolo medesimo.Per grazia di Dio e volontà di Giorgio del Colle.
L’ineffabile Catricalà, con le sue parole, merita, come minimo, una esegesi a tutto tondo.
Secondo Catricala’ lo spread a 500 non crea angoscia: alto, ma stabile
Onde rendere chiaro il discorso, e restare fedeli alle regole della esegesi, diamo allo spread una qualche consistenza materiale: il primo riferimento che mi salta alla mente comincia per emme; ma siccome ho a cuore la castità di certe orecchie, non nominerò quella cosa là, ma dirò, tout court, melma.
Bene, la melma dello spread è salita fino al collo, ma sembra stabilizzarsi a questo livello.
Quindi, perché preoccuparci, avendo noi trovata la nostra linea del Piave (dopo Caporetto)?
Avesse mai detto una frase del genere il Caimano, sarebbe crollato all’istante Palazzo Chigi.
Per fortuna, l’ha detta una mezza cartuccia come Catricalà.
Dove sarebbe poi la fiducia nell’Italia, dovendo noi finanziare parte del debito pubblico a livelli insostenibili per qualunque economia, e quindi rendere inefficaci tutti i sacrifici imposti al popolo da Mariuccio e controfirmati da Giorgetto?
Verrebbe voglia di chiamare questo esecutivo: governo degli irresponsabili non eletti: a riprova che, oltre la democrazia, c’è qualcosa che fa ancora più schifo, come diceva Churchill.
guglielmo donnini