16 luglio – “Monti è andato a lezione di scorrettezza da Berlusconi “. Lo so, i media italiani vantano il prestigio del professore, fingono che esso sia dovuto alla reputazione accademica e non al suo ruolo di garante dei massacri in sostituzione della troika, ma le cose non stanno precisamente così, non più almeno. Anzi lo sghetto che il premier ha tirato alla Merkel e agli altri leader più di due settimane fa, al vertice di Bruxelles, ha fatto infuriare tutti e ha cominciato a far nascere domande sull’affidabilità del prof e naturalmente sul Paese.
La storia è stata raccontata da un lungo articolo di qualche giorno fa sul Frankfurter Allegemeine (qui), il più diffuso quotidiano tedesco: Monti avrebbe violato l’accordo fatto tra i leader europei di non parlare dei risultati del summit di fine giugno e di lasciare a Van Rompuy e Barroso il compito di illustrare il risultato dei lavori. Ma il premier italiano ha disatteso il patto e ha intrattenuto i media con la favola della sua “grande vittoria”. Stando bene attento però di riferire le cose plausibili e vere in inglese e le chiacchiere da miles gloriosus in italiano.
Così il mattino dopo la Merkel, Hollande e gli altri hanno appreso di essere stati sconfitti da un Monti che in realtà era stato molto silente durante la riunione e non solo, ma vengono a sapere che il Mes, potrà acquistare titoli di stato in maniera automatica e senza condizioni.
La realtà era invece che si era convenuto di procedere a possibili acquisti di titoli di stato, ma solo su specifica richiesta e dietro precise condizioni. La Merkel insomma si è trovata ad andare a letto da sostanziale vincitrice e si è trovata a fare la prima colazione da sconfitta. Il che naturalmente non l’ha solo mandata in bestia, ma ha ottenuto l’effetto di rendere puramente teoriche anche le pur timide aperture fatte in contrasto con la Bundesbank.
Insomma una figuraccia gratuita e inutile che certamente avrà effetti negativi sulle nostre possibilità di contrattazione. Ma la sobria sceneggiata, fatta ad uso interno, una presa di fondelli per gli italiani, dimostra a che punto sia arrivato il cinismo e l’ambizione di un uomo che ormai è convinto di aver fatto l’uovo nel nido del potere: aveva bisogno di un risultato e se lo è inventato con la lucida complicità dei media. Spero nelle prossime sconfitte: almeno non saranno balle.