Picchiò la moglie per farla abortire, a egiziano 8 mesi di reclusione pena sospesa

16 luglio – Di quella bambina che stava per venire alla luce, suo padre non voleva proprio saperne. Non era pronto, diceva. Ma diceva anche che se fosse nata l’avrebbe portata in Egitto, per farla crescere da una donna musulmana e non da sua moglie, una grossetana, perché la donna non sarebbe stata degna di farlo.

Ci fossero state soltanto le minacce, in questa storia. Invece, la donna che oggi ha 45 anni, oltre alle offese e alle vessazioni, ha rischiato davvero di perdere la sua bambina. Lui l’ha presa a pugni nella pancia, più volte, per uccidere quella creatura che sua moglie portava in grembo.

Ora, a distanza di cinque anni dalla denuncia presentata dalla donna alla squadra mobile della questura, lui è stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione (con pena sospesa) e al pagamento, oltre alle spese di costituzione della parte civile (3.600 euro), anche al risarcimento alla moglie (8mila euro) e mille euro al cognato, minacciato, anche lui, di morte. il tirreno