13 luglio – Le forze regolari della Repubblica Democratica del Congo e i ‘caschi blu’ della Monuc, la Missione delle Nazioni Unite nell’ex Zaire, hanno attaccato con le cannoniere volanti le postazioni dei guerriglieri del gruppo M23, attestati intorno a Goma, lo strategico capoluogo della provincia orientale del Nord Kivu che si teme i ribelli intendano espugnare, malgrado le loro reiterate smentite.
Secondo quanto riferito dal suo portavoce Martin Nesirky, i miliziani “stanno ricevendo appoggio dall’esterno, e risultano bene addestrati, armati ed equipaggiati”. Fra venerdi’ e domenica scorsi i guerriglieri si sono impadroniti prima di Bunagana, strategica citta’ situata a ridosso della frontiera con l’Uganda, e poi di altri centri della zona, distanti da Goma poche decine di chilometri, pur essendosene poi almeno in parte ritirati.
Gli insorti sono in realta’ ex militari che hanno disertato: prendono nome dal 23 marzo di tre anni fa, quando fu firmato un accordo di pace di fatto mai rispettato, e sono guidati dal generale rinnegato Bosco Ntaganda, ricercato per crimini di guerra e contro l’umanita’ dal Tribunale Penale Internazionale dell’Aja. Ntaganda appartiene all’etnia tutsi, predominante in Ruanda. Lo stesso Meece nel corso di una conferenza stampa ha sottolineato come gli uomini dell’M23, costituito in aprile, di recente abbiano adottato una nuova uniforme: cio’, a parere dell’inviato delle Nazioni Unite, indica che sono sostenuti da un “Paese straniero”.