Undici navi russe fanno rotta sulla Siria, tensione nel Mediterraneo orientale

di GeoPoliticalCenter

Ropucha class landing ship

11 luglio – Una vera e propria Task Force della marina russa si ritroverà al largo della Siria nel mediterraneo orientale tra circa due settimane. La notizia filtrata da media orientali in diverse sfumature lascia trapelare la concreta possibilità che assisteremo alla più grande concentrazione di navi da sbarco anfibio russe dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica.

Alle operazioni nel mediterraneo orientale potrebbero partecipare due gruppi navali, uno proveniente dalla Flotta del Mar Nero e l’altro proveniente dalla Flotta del Nord. Stiamo parlando in totale di undici – dodici navi militari, ed in particolare di cinque navi da sbarco anfibio, di cui almeno due della classe Alligator, la maggiore unità russa di questa tipologia, e due della classe Ropucha, più un’altra unità da sbarco maggiore forse la Mitrofan Moskalenko.

Queste unità maggiori da sbarco anfibio, in confronto con le pariclasse americane, posseggono una limitata capacità di imbarcare in modo confortevole un gran numero di soldati ma hanno una invidiabile capacità di carico. La Rogorov può trasportare 46 carri armati pesanti o 79 veicoli per trasporto truppe corazzati, la Alligator un numero di poco inferiore ma al suo interno può alloggiare quasi 500 Marines.

A queste navi maggiori se ne affiancheranno alcune di supporto, due rimorchiatori e due navi scorta maggiori; quasi certamente sarà della partita il caccia Admiral Chabanenko, l’unica nave classe Udaloy 2 della marina russa. La Chabanenko è un caccia pesante con compiti antisommergibile, ma capacità di ingaggio anche nei confronti di forze navali di superficie e forze aeree. La Udaloy 2 viaggerà con il gruppo navale proveniente dalla Flotta del Nord, non sappiamo ancora quale unità scorterà il gruppo della Flotta del Mar Nero. Se dobbiamo azzardare una previsione possiamo pensare alla presenza della Smetlivy, un incrociatore lanciamissili degli anni 60 rimodernato pochi anni fa, altro segnale sarebbe invece la partenza dell’incrociatore Moskva unità di punta della flotta del mar nero, fatto che riteniamo poco probabile.

Nonostante le dichiarazioni arrivate dalla Casa Bianca, che parlano di attività di routine da parte dei russi, i fatti sono diversi. Questa è la più grande flotta da sbarco russa degli ultimi 24 anni, le navi possono trasportare oltre duemila uomini e centinaia di carri.

Poi c’è un particolare che è balzato agli occhi dei nostri analisti. Mentre i media generalisti si sono focalizzati sulle unità maggiori della flotta, in noi ha fatto molto pensare la presenza di alcuni rimorchitori al seguito del gruppo navale. La presenza di queste piccole unità disarmate è invece un elemento fondamentale. L’unica motivazione di avere nel gruppo dei rimorchitori è avere intenzione di manovrare e far attraccare le grandi navi da sbarco in un porto, magari piccolo e non dotato di rimorchiatori adeguati, come il porto di Tartus.

La presenza dei rimorchiatori indica dunque che le navi da sbarco russe, non solo si avvicineranno alle coste della Siria, ma probabilmente attraccheranno in successione a Tartus; con quale scopo ancora non possiamo affermarlo. Potrebbero organizzare una evacuazione del personale e dei mezzi russi, oppure potrebbero portare rinforzi importanti per le truppe di Mosca che ora presidiano la base.

Certo è che la missione russa non è una gita di piacere. La situazione si complica ulteriormente per la forte presenza di unità NATO nell’area e forse anche la presenza di un gruppo di attacco portaerei americano. Al largo della Siria decine di navi militari di opposti schieramenti opereranno in un tratto di mare relativamente ristretto, con comandanti non più abituati alle scaramucce ed ai confronti che erano tipici della guerra fredda. Non sappiamo i piani della Russia e non conosciamo le intenzioni degli strateghi di Washington, ma una cosa è sicura: saranno settimane di tensione nel mediterraneo orientale.

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