Contro la crisi ci serve spirito civile e condivisione. Lo spread? Solo duecento punti dipendono da noi, il resto e’ dovuto alla speculazione ed ai problemi comuni dell’euro. Lo sotiene il governatore della Banca d’Italia.
8 luglio – “L’attuale spread di 470 punti base tra Btp e Bund per due quinti e’ ‘colpa’ nostra, del nostro debito pubblico, della nostra scarsa competitivita’, della bassa crescita potenziale; il resto e’ un premio al rischio che lo Stato italiano paga per il timore del sottoscrittore dei suoi titoli che a un certo punto la moneta unica non ci sia piu’.
Ed e’ come se la Germania ricevesse un sussidio dagli investitori internazionali’‘. E’ il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ad affermarlo in una intervista al ‘Corriere della sera’ nella quale perche’ ”alla fine dell’anno potremo rivedere una luce in fondo al tunnel”.
Le misure decise giovedi’ dalla Bce, che ha tagliato i tassi allo 0,75% ”sono misure convenzionali di politica monetaria che tengono conto di una congiuntura internazionale che si sta deteriorando. Non vanno male solo i Paesi del Sud dell’Europa, tra cui noi, rallenta la Germania, la stessa Cina. E gli Stati Uniti hanno di fronte la vera grande incognita dell’economia mondiale, il fiscal cliff”, ovvero il pacchetto di tagli alla spesa e nuove tasse di fine anno il che ”vale quattro punti di prodotto lordo, detto brutalmente”.
Cosa nasconde il taglio dei tassi di interesse?
Visco sottolinea come ”l’inflazione nell’eurozona diminuisce rapidamente; scendera’ al di sotto del 2 per cento nei prossimi mesi”. Da questo arrivera’ per l’Italia che ”un impulso positivo, ma non si riduce certo – afferma Visco – l’esigenza di proseguire nell’opera di risanamento e riforma strutturale”. adnk