8 luglio – I tempi della politica possono essere lunghi e brevi, secondo l’imprevedibilità degli eventi che li condizionano. Altrimenti il lavoro degli analisti sarebbe scontato e ripetitivo.
Per non parlare dei “retroscenisti” e di qualche “king maker” dall’abbraccio a volte mortale.
Le elezioni si avvicinano a tappe serrate e la primavera 2013 è dietro l’angolo.
La credibilità dei partiti è in fondo al pozzo, che più fondo non è.
Da quel fondo si può solo risalire; forse non si sa ancora come.
C’è chi pensa a difendersi da Grillo con la nuova legge elettorale, ammesso che si riesca a farla, dati i tempi sempre più scarsi e sempre più festivi.
In molti prevedono di non essere rieletti: quelli che “un’arte” l’hanno imparata, pur dedicandosi alla politica, torneranno sui loro passi professionali.
Peggio per gli esclusivi mestieranti della politica: i non ricollocati proveranno altre strade; chissà che non si accorgano di saper fare dell’altro.
C’è chi parla di grande coalizione come male minore: il nostro è un Paese destinato al male minore per l’atavica riluttanza a risolvere i problemi; ma anche capace di grandi reazioni sul ciglio del burrone.
Ascoltiamo il meno possibile le dichiarazioni ufficiali dei politici. Guardiamo piuttosto come si muovono, se proprio vogliamo saperne di più.
A primavera verrà il bello…
Guglielmo Donnini