Roma, 5 lug – Quello che si vuole e’ un’Italia sana in Europa, ma l’effetto sara’ invece di un paese senza piu’ una sanita’. E’ con questo grido d’allarme che l’Anaao Assomed, come rilancia Doctornews, accompagna la conferma che lo stato di agitazione, gia’ proclamato da medici e dirigenti del Ssn, continuera’, perche’ ”non resteremo fermi ad assistere alla fine della sanita’ pubblica”.
D’altra parte, si legge nella nota, ”l’incubo di una sanita’ soppressa sembra avverarsi se dovessero risultare fondate le anticipazioni della stampa sulle misure contenute nel decreto sulla spending review”. Tra le quali, ricorda il sindacato, ‘‘la chiusura di 216 piccoli ospedali e il taglio di 30.000 posti letto, fingendo di ignorare che i piccoli ospedali in quasi tutte le Regioni sono gia’ stati chiusi o riconvertiti e che negli ultimi 10 anni sono gia’ stati tagliati 45.000 posti letto con scarsi benefici economici a fronte del grande disagio provocato al cittadini”. O gli altri tre miliardi di tagli che andranno a sommarsi agli otto gia’ previsti, nonche’ a quelli precedenti, ‘‘condannando ormai tutte le Regioni a chiudere servizi e abbattere le prestazioni”.
Si unisce a esprimere preoccupazione anche il Sumai-Assoprof che sottolinea come queste misure siano messe in agenda ”senza al contempo porre in essere alcuno strumento serio di programmazione”. L’operazione rischia di essere ”un boomerang pericoloso, soprattutto se si guarda al futuro demografico del Paese (invecchiamento della popolazione) e alla domanda crescente di salute che ne consegue” e in ogni caso ”non rappresenta la via d’uscita per risolvere i problemi del deficit pubblico. Anzi si rischia solo di rendere ancora piu’ difficile la situazione per i cittadini”.
Per questo anche il Sumai-Assoprof continuera’ ”senza sosta a manifestare il dissenso rispetto a questa linea e a lavorare insieme all’Intersindacale”. asca