4 lug. – “Non si deve restare in carica nemmeno un solo giorno, se il popolo non lo vuole”: parola del presidente siriano, Bashar al-Assad, che in una lunga intervista al quotidiano turco Cumhuriyet, pubblicata integralmente da Repubblica, assicura di essere pronto a fare un passo indietro “se fosse nell’interesse della Siria“.
Assad ha ribadito che “la decisione spetta al popolo siriano” che si esprime tramite le elezioni” e ha puntato il dito contro gli Usa che “sono parte del problema” e “sostengono palesemente i terroristi“. “Le mani sporche di sangue siriano, come ha detto Kofi Annan, non esistono solo in Siria, ma anche fuori dalla Siria. Questo dimostra il ruolo degli altri Paesi coinvolti”.
“Noi non accettiamo imposizioni esterne – ha assicurato il presidente siriano – Se il mio unico interesse, personale, fosse di conservare la presidenza, avrei soddisfatto le condizioni americane e le richieste pervenutemi coi petroldollari, avrei potuto vendere i miei principi in cambio di petroldollari. Di piu’: avrei accettato d’installare uno scudo missilistico in Siria”.
Assad ha poi ripercorso l’incidente dell’abbattimento di un caccia turco da parte della sua contraerea, spiegando che il jet “volava a bassissima quota” ed ha violato lo spazio aereo siriano “nello stesso punto in cui Israele ha sempre cercato di farlo”. “In tempo di pace non si abbattono aerei, tantomeno di un Paese amico come la Turchia. Ma noi siamo in stato di guerra e quando l’identita’ di un simile aereo e’ ignota, si presume che sia un aereo nemico“.
“I turchi – ha proseguito – sono un popolo fratello. Per quanto ci riguarda il nemico e’ solo Israele. Ma abbiamo avuto la sensazione che Erdogan e il suo governo vogliano sfruttare questo incidente per trarne vantaggi politici. E questo e’ molto pericoloso”. In ogni caso, ha concluso, “non abbiamo mai considerato la Turchia un Paese nemico ne’ vogliamo farlo oggi ne’ in futuro”. “La Siria non schiera l’esercito contro la Turchia”. (AGI) .