4 luglio – Ernesto Galli della Loggia così ha scritto sul caso Mancino:
“Oggi infatti, grazie solo a delle intercettazioni telefoniche, si viene a scoprire che anche colui il quale per lunghi anni è stato alla testa della macchina della giustizia italiana, che ne ha conosciuto come pochi il funzionamento, e soprattutto la mentalità, i sentimenti, e le pulsioni degli addetti, anche il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino, anche lui uomo del centrosinistra, pensa ciò che in tanti pensiamo delle profonde distorsioni che troppo spesso, quasi fisiologicamente, caratterizzano l’operato delle procure della Repubblica. E ne ha paura.
Così come sono convinto che sappia benissimo come stanno le cose,
e ne abbia altrettanta paura, il maggior numero dei membri del Parlamento italiano e degli uomini dei partiti del centrosinistra. Che però non se la sentono di dirlo -allo stesso modo, del resto, come non ha mai detto nulla neppure Nicola Mancino prima che gli capitasse di averne direttamente a che fare – per il timore di passare da ‘”nemici dei giudici”, e dunque, in forza di una delle più malefiche proprietà transitive della politica italiana, per “amici di Berlusconi”.
Ma è ora che i magistrati italiani – e sono certamente i più – i quali hanno fermamente a cuore la giustizia sappiano che è su questa finzione collettiva, è su questo autoinganno dettato dalla paura, che in realtà poggia la cosiddetta “cultura della legalità” di cui tutta l’Italia ufficiale si riempie ad ogni occasione la bocca. Peraltro augurandosi in cuor suo ( o quando suppone di parlare al riparo da orecchie indiscrete) che non le capiti mai di doverne conoscere la realtà”. (Corsera del 3 luglio 2012)
Sarebbe forse il caso, almeno nel privato, che qualcuno chiedesse scusa a Berlusconi.
La situazione della giustizia i italiana è uno scandalo per un Paese che pretenda di essere considerato civile. La lotta politica fine a se stessa uccide le coscienze, ma anche il buon senso.
I killer del buon senso diventano ogni giorno più numerosi, e la loro madre, come quella dei cretini, è sempre incinta.
Guglielmo Donnini