2 lug – La Palestina è entrata a far parte dell’Unesco nell’ottobre 2011, una decisione che aveva provocato la collera di Israele e Stati Uniti. Con l’ingresso nell’agenzia dell’Onu era stata quindi chiesta l’inclusione del sito della Natività a Betlemme con una procedura d’urgenza.
Anp: Basilica Nativita’ a Betlemme sia patrimonio culturale dello ‘Stato di Palestina’
Gli Stati Uniti si schierano contro la decisione dell’Unesco di iscrivere la Chiesa della Natività di Betlemme in Cisgiordania come Patrimonio mondiale dell’umanità. E’ una scelta di cui siamo “profondamente delusi”, ha commentato l’ambasciatore americano all’Unesco, David Killion.
Entusiasmo, invece, dal governo palestinese. “E’ il riconoscimento dei diritti dei palestinesi su quelle terre”, commenta l’Olp.La decisione è stata presa in seguito al voto dei 21 componenti del Comitato del patrimonio dell’Unesco, durante una riunione a San Pietroburgo, con 13 voti favorevoli, sei contrari e due astensioni. E’ il primo sito palestinese incluso nella lista del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
La stizza degli Usa
Questo “sito è sacro per tutti i cristiani e ha un significato religioso e storico importante”, ha sottolineato Killion in un comunicato reso pubblico a Parigi, dove ha sede l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. “La procedura d’urgenza connessa a questa richiesta è solitamente riservata ai casi estremi, soprattutto quando un sito è a rischio di distruzione imminente”, ha continuato l’ambasciatore e in 40 anni “è stata usata solo quattro volte e solo in casi estremi, seguendo le raccomandazioni del Consiglio” internazionale sui momumenti e i siti.
Killion ha quindi sottolineato che l’organizzazione non ha tenuto conto della raccomandazione del suo Consiglio, commentando: “L’Unesco non dovrebbe essere politicizzato”.