2 lug – “Il nuovo potere mondiale della globalizzazione è rimasto concentrato in un pugno di trasnazionali e di centri finanziari che controllano i settori strategici dell’economia occidentale, e amministrato da una “gang”- secondo la definizione dell’economista statunitense James K. Galbraith – che vede al governo degli Stati Uniti i mercanti di armi alla Difesa, i produttori di petrolio alle Politiche energetiche, della finanza alle Politiche economiche e finanziarie.
Questa occupazione del potere è esercitata nei Paesi europei mediante i propri prefetti – ex banchieri e tecnici di fiducia – e attua la graduale presa di possesso delle istituzioni monetarie nazionali e internazionali da parte degli uomini della Goldman Sachs. In Italia, la transizione è stata guidata da governi “tecnici” animati da personale proveniente dagli istituti finanziari e bancari, come Carlo Azeglio Ciampi Mario Monti e Tommaso Padoa-Schioppa, che arriveranno fino alle più alte cariche dello Stato; da persone che hanno reso possibile il loro riciclo passando indenni attraverso le precedenti epurazioni di Mani Pulite, come Oscar Luigi Scalfaro e Giuliano Amato, da tecnocrati come Romano Prodi, che vedrà compensato il suo impegno per la privatizzazione dell’Iri con la nomina alla presidenza della Commissione dell’Unione europea. Tutti casi per i quali il tema del “conflitto d’interessi” rispetto alle scelte politiche imposte al proprio Paese non è stato mai posto”.
Quanto avete appena letto, non è farina del mio sacco, ma di quello ben più ricco e autorevole del professor Bruno Amoroso, presidente del Centro Studi Federico Caffè, ed economista di fama internazionale (Euro in bilico –
lo spettro del fallimento e gli inganni della finanza globale = Castelvecchi editore).
Poiché condivido buona parte delle affermazioni di Bruno Amoroso, mi sono permesso di segnalarlo a voi per una lettura su cui meditare.
guglielmo donnini