27 giu – La Siria non ci sta e passa al contrattacco, considerandosi ormai in uno stato di guerra aperta. Accusata dell’Onu di crimini contro l’umanità per la repressione contro i ribelli antigovernativi, ora si trova alle prese con la gravissima crisi innescata dall’abbattimento di un caccia turco venerdì scorso, apparentemente sconfinato nello spazio aereo di Damasco.
Il premier turco Erdogan ha definito ostile l’attacco della contraerea siriana preannunciando l’impiego di nuove regole d’ingaggio da parte dell’esercito turco schierato sulla frontiera siriana.
Di fronte all’attacco, il presidente siriano Bashar al Assad è passato al contrattacco alzando la posta e la tensione per chiamare a raccolta la nazione. Intervenendo alla televisione di stato, nel corso del giuramento del nuovo governo, Assad ha dichiarato che il Paese è sottoposto a un’estrema pressione internazionale.”Siamo ormai in uno stato di guerra aperta, con tutto ciò che questo significa. E in uno stato di guerra la nostra politica deve concentrarsi sull’obiettivo di vincere questa guerra.
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La drammatica presa di posizione della Siria sembra disegnata per evitare gli spettri di uno scenario simile al recente intervento internazionale contro la Libia, dopo che la Turchia ha chiesto il supporto e la solidarietà della Nato contro quella che definisce l’aggressione siriana. tmnews