BRUXELLES – “L’irrevocabilità dell’adesione alla zona euro è parte integrante del trattato e la Commissione, in qualità di custode dei trattati dell’Ue, intende rispettare pienamente questo principio”.
L’Esecutivo europeo risponde così ad un‘interrogazione dell’europarlamentare della Lega Nord, Claudio Morganti, membro della commissione per gli affari economici, che proponeva “una modifica dei trattati”, per inserire anche “le modalità di uscita dall’euro da parte di uno Stato membro”, dal momento che questa possibilità “non è prevista da nessuna parte”.
“La Commissione – ha spiegato Morganti – ha fatto riferimento, in passato, come presunta base legale per l’irrevocabilità dell’euro, all’articolo 140 (3) del Trattato sul funzionamento dell’Ue che però, in realtà, parla solo di “fissazione irrevocabile del tasso al quale l’euro subentra alla moneta di uno Stato membro”, senza dire nulla circa l’irrevocabilità dell’adozione dell’euro in quanto tale”.
Sulla base di questa tesi, “imprecisa” e “vaga”, l’eurodeputato leghista ha quindi presentato un’altra interrogazione urgente alla Commissione Ue, chiedendo “dove si faccia riferimento a tale irrevocabilità” e cosa accadrebbe se “uno dei Paesi dell’Eurozona decidesse di uscire dall’Ue, secondo l’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea”. “Sarebbe comunque costretto a mantenere l’euro, pur non facendo più parte dell’Unione?”, ha domandato l’eurodeputato del Carroccio.
“Perché – ha incalzato – non si dà agli Stati solo la possibilità di uscire dalla moneta unica, costringendoli così a dover per forza abbandonare l’Ue per liberarsi dall’euro?”. “Il titolare Ue agli affari economici, Olli Rehn – ha concluso Morganti – risponda subito a queste domande.