Ce ne parla Valentina Conti in un articolo su La Stampa, di cui riportiamo i passi piu’ “drammatici”.
24 giu – Sul 128 funziona così: le decine e decine di rom frequentatori abituali, che usufruiscono del mezzo senza pagare alcun titolo di viaggio, continuano a far registrare ripetuti atti contro il patrimonio Atac.
Residenti utenti del bus parlano di scene raccapriccianti, aggressioni nei confronti di donne e adolescenti con ripetuti tentativi di rapina, situazioni indecorose sul fronte igienico-sanitario, accattonaggio minorile, episodi di teppismo e sfregio alle vetture, in particolare nel tratto che percorre il campo nomadi di Via Candoni, il mega problema del quartiere in tema sicurezza.
Un residente spiega: «Frequentemente noto i tanti rom che utilizzano il bus mangiare indisturbati a bordo e poi lasciare un porcile in terra, bicchieri sui sedili e quant’altro. Una volta ho visto una scena allucinante: due nomadi che masturbavano in pubblico un bambino che era insieme a loro, fra scherzi e risate. Da oltre due anni i controlli non esistono sulla linea».
Sulla questione è intervenuto il consigliere Pdl in XV Municipio, Augusto Santori: «La linea 128, al di là dello sforzo profuso dagli autisti, non può definirsi un servizio dignitoso per i suoi utenti. Ho avuto testimonianza diretta dello stato vergognoso in cui si trovano a viaggiare i cittadini della zona ogni giorno. Per questo, ho scritto all’Assessore Aurigemma e all’Ad Atac».