Il ministro degli Esteri della Turchia Ahmet Davutoglu ha dichiarato in un meeting ad Istanbul che il caccia turco F-4 Phantom abbattuto nella serata di venerdì 21 giugno dalle forze di difesa aeree siriane è stato ingaggiato al di fuori dello spazio aereo siriano. Questa è la prima presa di posizione ufficiale del governo di Ankara sulla vicenda. Oggi potrebbe inoltre tenersi ad Ankara una riunione dei leader dei principali partiti politici in vista di una riunione di emergenza del parlamento turco.
I due piloti dell’aereo abbattuto risultano ancora dispersi, la loro eventuale morte potrebbe portare ad un aggravamento della situazione. Le ricerche dei piloti si stanno svolgendo anche in acque territoriali siriane da parte di mezzi turchi, e questo potrebbe essere uno dei motivi per i quali il governo di Ankara non ha attuato manovre di ritorsione per l’abbattimento del caccia F-4. Misure che l’opinione pubblica turca inizia a chiedere in modo sempre più insistente.
Questa situazione potrebbe mettere in seria difficoltà il governo del premier Erdogan, la cui risposta all’accaduto è stata secondo il principale partito di opposizione, laico e storicamente legato ai militari, debole e incerta.
Davutoglu ha inoltre dichiarato che il jet turco aveva violato precedentemente lo spazio aereo della Siria, non nascondendo la propria identità e non ricevendo avvertimenti dai Siriani prima di essere abbattuto. Abbattimento avvenuto secondo Davutoglu diversi minuti dopo che l’aereo aveva lasciato lo spazio aereo della Siria. Queste dichiarazioni presuppongono l’impiego di sistemi antiaerei a medio o lungo raggio e forse l’impiego di più di un missile.
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