22 giu – Nei primi tre mesi di quest’anno sono cessate 146.368 imprese: praticamente 1.626 al giorno. L’allarme è della Cgia di Mestre che ha analizzato il tasso di nascita e mortalità delle imprese italiane.
A denunciare ritmi di chiusura maggiori, secondo dati Infocamere rielaborati dagli artigiani di Mestre, sono le piccole aziende: se quelle con 1 addetto hanno registrato, tra gennaio e marzo, 113.527 cessazioni, quelle con 2-5 addetti hanno denunciato circa 28mila cessazioni. Sforano le 2.800 chiusure le imprese tra 6 e 9 addetti; circa 1500 tra i 10 e i 19 addetti. Cifre più ‘esigue’ se si sale nella dimensione aziendale: 527 aziende chiuse in tre mesi tra i 20 ed i 49 addetti: 140 tra i 50 ed i 99 adetti; 63 tra i 100-249 addetti; 18 tra o 250-499 addetti e 13 cessazioni per imprese con piu’ di 500 dipendenti.
Ma a preoccupare la Cgia non è tanto il saldo fortemente negativo tra nuove iscrizioni e cessazioni registrato nel primo trimestre 2012, -26.090, quanto il fatto che “ad iscriversi sono aziende che hanno dimensioni occupazionali minori di quelle che cessano”. ”Se tra le aziende fino ad un addetto c’è una evidente supremazia dei neoimprenditori – sottolinea Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – quello che preoccupa è che nelle classi dimensionali superiori il saldo è sempre negativo.
Insomma se a chiudere sono le imprese più strutturate che solo in parte vengono rimpiazzate con altre aventi livelli dimensionali più contenuti, ciò comporta un evidente aumento dei senza lavoro”. adnk