BRUXELLES, 22 GIU – La Commissione europea ha deciso di ricorrere contro l’Italia alla Corte di giustizia Ue per non aver garantito che le acque reflue di tutti i centri “con più di 10mia abitanti siano adeguatamente trattate prima di essere scaricate in aree sensibili”.
Per Bruxelles “la mancanza di idonei sistemi di raccolta e trattamento, previsti dalla norma Ue già dal 1998, comporta rischi per la salute umana, le acque interne e l’ambiente marino. Nonostante i buoni progressi, restano almeno 50 centri non ancora in conformità”.
Bruxelles riconosce “che sono stati compiuti progressi considerevoli ma – precisa – 14 anni dopo la scadenza del termine iniziale per l’applicazione della normativa Ue, almeno 50 agglomerati presentano ancora lacune e sono necessari ulteriori lavori affinché i centri non ancora conformi raggiungano gli standard previsti a tutela dei cittadini e dell’ambiente”.
Nel mirino di Bruxelles non c’é solo il trattamento delle acque reflue nei centri urbani con più di 10mila abitanti. L’Italia è già davanti alla Corte di giustizia dell’Ue, per il problema delle acque reflue “in città più grandi (oltre 15mila abitanti) che scaricano in aree non sensibili e che avrebbero dovuto conformarsi alla legislazione europea nel 2000”. Inoltre, fa sapere Bruxelles, “sono attualmente in corso indagini per valutare la situazione negli centri di dimensioni inferiori, per i quali il termine per conformarsi scadeva nel 2005”. (ANSA).