18 giu – Il mancato rinnovo di oltre 400 decreti di 41 bis per i mafiosi da parte del Guardasigilli dell’epoca, Conso avvenne con l’avallo dell’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. E’ quanto sostiene Claudio Martelli, in un’intervista al Giornale Radio Rai.
”Io non credo di essere accusatore di Nicola Mancino – afferma Martelli – io ricordo delle circostanze che Mancino non ricorda. Quel che io ricordo e’ che non appena Liliana Ferraro, la vice di Falcone, mi informo’ della visita che aveva ricevuto da parte del capitano De Donno del Ros dei carabinieri, nel corso della quale il capitano le parlo’ dei contatti con Vito Ciancimino, io me ne lamentai con Mancino e gli chiesi semplicemente ‘Guarda cosa stanno combinando questi Ros che continuano ad andare avanti per conto loro”’.
Trattativa Stato-Mafia, Quirinale: “porre fine ad ogni irresponsabile illazione”
Alla domanda, poi, se il capo di Stato dell’epoca Oscar Luigi Scalfaro sapesse o meno della trattativa, Martelli risponde: ”Questo non sono in grado di dirlo. Quel che e’ accaduto dopo con Scalfaro ancora presidente e con l’iniziativa del ministro della giustizia che mi succedette – cioe’ Conso – di togliere dal 41 bis prima cento poi altri 300 boss mafiosi, questo – certamente – Conso non lo fece senza il consenso oltre che del Governo anche del Quirinale”.
Sull’ipotesi, infine, secondo cui Paolo Borsellino potrebbe essere stato ucciso perche’ aveva saputo della trattativa e si era opposto fermamente, Martelli osserva che ”questo e’ un punto cruciale da chiarire. E quel che e’ certo e’ che va fatta assolutamente chiarezza su due aspetti.
Primo: la mancata protezione di Borsellino o di una protezione adeguata. Secondo: il depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio. O qualcosa di molto peggio”. asca