L’antitrust, ovvero l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha stabilito che non c’è incompatibilità tra la funzione di Mario Monti nel suo esecutivo e le sue presidenze nella Commissione Trilaterale e nel Gruppo Bilderberg. Ovvero possiamo stare tranquilli perchè, come si legge a pagina 18 della relazione semestrale sul conflitto di interessi, “sono state considerate compatibili per assenza di rilievo imprenditoriale, tra le altre, alcune cariche ricoperte all’interno del Gruppo Bildeberg, della Commissione Trilaterale e del think tank Bruegel”, così come “le cariche di membro del Comitato esecutivo e di Consiglio Generale di Aspen Institute” e di “membro del Comitato di indirizzo della Fondazione Italianieuropei. Chetatevi dunque, che non c’è motivo di allarmarsi. Parola di quell’antitrust che già fu di Giuliano Amato e che conta almeno uno dei suoi ministri nel ristretto collegio di tre membri, oltre al presidente Pitruzzella. Le autorità sono emanazioni della politica, e come tali fa sorridere che possano in qualche modo esprimersi contro. Basti pensare che il predecessore di Pitruzzella, Antonio Catricalà, si è dimesso proprio perchè nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo Monti. Con una tale osmosi di cariche, dopo “Autorità Garante” potremmo tranquillamente aggiungere “per i soliti noti”, senza che questo ne pregiudichi il senso.
La motivazione addotta a scagionare Mario Monti, del resto, taglia la testa al toro: “assenza di rilievo imprenditoriale”. Ora attenzione: la Commissione Trilaterale è essenzialmente la più potente lobby delle imprese americane. Le quali, come ammetteva lo stesso Monti, “sono state sempre tra i fattori di spinta dell’integrazione europea, per il loro vantaggio materiale”. Lui, il professore, ne è stato fino al 24 gennaio forse la più alta carica, un po’ quello che era la Marcegaglia per Confindustria. Potrebbe il presidente di Confindustria non avere rilievo imprenditoriale? Ovviamente no. Eppure abbiamo messo un rappresentante delle imprese americane a determinare le fortune di quelle italiane. Come dire che tra Pacciani e due che fanno l’amore in macchina non cè conflitto di interessi.
Ma per l’antitrust non c’è incompatibilità. Forse ci vorrebbe un’Autorità Garante per le Democrazie e i Mercati, oppure un’Autorità Garante per le Autorità di Garanzia. O forse, meglio ancora, bisognerebbe solo mandarli a casa tutti.
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