17 – Se fallisce l’euro, sull’Europa incomberebbe il ritorno del nazionalismo. A lanciare l’ammonimento in un’intervista allo ‘Spiegel’ e’ il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick, secondo il quale “l’Europa perdera’ la sua influenza, se fallisce il progetto dell’euro. A quel punto sorgera’ la minaccia di un nuovo nazionalismo.
Se ogni Paese europeo combattera’ per se stesso, l’Europa contera’ piu’ poco”. Il manager americano non nasconde che un’uscita della Grecia dall’euro avrebbe “conseguenze enormi”, ma “cio’ non deve condurre al fatto che l’Europa dia alla Grecia tutto quello che il suo governo desidera. Se i vertici greci minacciano di uscire dall’euro, il resto dell’Europa deve sviluppare un meccanismo per attenuarne la portata”. Secondo Zoellick, la crisi dell’euro non riguarda solo il problema monetario e il debito, anche se questi sono “aspetti importanti”, ma “la sua influenza globale e la credibilita’”.
Zoellick definisce “un errore” le passate visite in Cina di politici europei per chiedere un sostegno finanziario per l’euro. “Con i cinesi non si puo’ agire cosi'”, spiega, “l’Europa si e’ mostrata debole e Pechino non lo dimentichera’”. Dopo aver sottolineato che in Cina il reddito medio pro capite e’ di 5mila dollari, mentre e’ di 40mila nell’Eurozona, Zoellick si chiede: “Come fanno i dirigenti cinesi a spiegare ai loro cittadini di fornire miliardi per il salvataggio dell’euro, invece di investirli a casa loro?”. Per risolvere la crisi, i governi europei non devono solo fornire capitali alle banche, ma “devono convincerle a concedere prestiti all’economia“. (AGI) .