Riflessioni semi serie sul Papa Re

14 giu – Il governo va avanti a colpi di fiducia, malgrado la schiacciante maggioranza sulla carta parlamentare. E nessuno più si scandalizza.

Giorgio del Colle non sermoneggia più come ai tempi dell’odiatissimo Caimano.
Siamo ormai un Paese diversamente democratico, col beneplacito del papa laico che sul Colle sta.
La storia ci racconta che, dal ‘600, e fino alla breccia di Porta Pia (1870), il Colle fatale fu residenza del papa. L’ultimo inquilino fu Pio IX, ultimo Papa Re.

L’ora solenne dello sfratto scoccò martedì 20 settembre 1870. Bersaglieri piumando al vento.
Chi, se non l’attuale inquilino del Colle, meriterebbe di più l’appellativo di papa laico?
Formigoni, super cattolico di Comunione e Liberazione, lo vede addirittura in prorogatio (pro bono pacis) paraculeggiando alla democristiana.

La Città Eterna ne ha viste così tante che può vedere anche questa, senza battere ciglio.
Magari sulle note della indimenticabile invenzione musicale di Trovaioli: Roma nun fa’ la stupida stasera…
E Grillo è quotato a oltre il 20 per cento.
Ma non finisce qui.

Guglielmo Donnini