IMOLA 13 GIU – Siamo i lavoratori che si stanno opponendo in queste ultime settimane alla creazione di una società giuridicamente privata voluta dall’Amministrazione comunale imolese sono i dipendenti comunali che si sono occupati della gestione, manutenzione e progettazione di un patrimonio pubblico molto cospicuo, costituito da strade, aree verdi, aree sportive, asili nido, scuole dell’infanzia, scuole primarie, secondarie di primo grado, edifici storici/monumentali, istituzionali, culturali, sportivi, centri sociali, immobili commerciali, edifici residenziali pubblici in gran parte in gestione convenzionata con ACER.
Le scelte operate in questi ultimi dieci anni dall’Amministrazione hanno profondamente mutato le modalità di esecuzione delle attività manutentive. Continui ed importanti tagli di risorse economiche hanno caratterizzato soprattutto gli ultimi 5 anni, portando a riduzioni di oltre il 50% della capacità di spesa complessiva a fronte di un aumento importante del patrimonio da mantenere.
Drastiche riduzioni di personale (- 50% dal ’95) hanno portato da una gestione diretta delle attività manutentive, ad una conduzione delle attività mediante appalti a Ditte esterne, spesso senza evidenti risparmi economici e riducendo nel contempo il livello di qualità dei servizi erogati. Contestualmente non si è modificato l’assetto organizzativo in modo da far fronte ad i nuovi ed importanti impegni di controllo delle attività appaltate, ma si è lasciato che gli uffici preposti si svuotassero di personale e di attrezzature oltre che di capacità di spesa e di competenze.
La professionalità dei tecnici e professionisti dipendenti che avevano progettato importanti opere nei periodi in cui la finanza pubblica permetteva enormi investimenti, nel momento in cui sono stati posti vincoli di spesa, non è stata adeguatamente riconvertita in settori di attività carenti all’interno dell’ente, ma viene ora svenduta alle Aziende partecipate del Comune.
La gestione del patrimonio comunale che spazia dagli aspetti puramente contabili a quelli contrattualistici, legali, vincolistici, convenzionali, catastali per tutte le tipologie, commerciali, terziarie, miste, ecc, è direttamente connessa sia alla strategia territoriale/urbanistica e sociale dell’ente che alla redditualità che il mercato offre comprendendo anche vendite, permute, acquisizioni. Da sempre, il servizio preposto, ha gestito tutte le procedure tecnico/amministrative, cosa che pochi comuni fanno, sviluppando notevoli competenze tecniche tali da costituire per l’ente minori costi rispetto all’utilizzo di tecnici esterni; aspetto particolarmente importante oggi che la disponibilità di risorse economiche dell’ente è sempre minore. Dopo la creazione, nell’agosto del 2010, della società di scopo incaricata della vendita del patrimonio immobiliare del Comune di Imola (S.I.C.I.M.) l’attività del servizio è divenuta anche di supporto all’attività della società .
Perché ci opponiamo
Ci opponiamo per il metodo che l’Amministrazione ha adottato nei confronti nostri e dei cittadini elettori. Non c’è stato alcun momento partecipativo-informativo sia nei confronti dei lavoratori coinvolti, sia della comunità che beneficia dei servizi che determinano la qualità urbana della città.
L’Amministrazione non ha sentito alcuna necessità di discutere le ragioni della scelta di costituire una nuova società e questo non è sintomo di un governo consapevole della città, e l’idea che qualsiasi forma di innovazione debba passare attraverso una fase di scontro non pare particolarmente permeata da quei principi di partecipazione, negoziazione, coordinamento, chiarezza nei ruoli, ascolto attivo, coerenza, che dovrebbero essere alla base di un percorso democratico.
Ci opponiamo anche in merito alla scelta. Ci viene detto che c’è “una domanda che sale dai Centri sociali, dai Centri anziani, dai Forum di quartiere, dalle società sportive ….. di risposte in tempi più brevi e con più agilità a tanti piccoli bisogni e migliorie, a partire da quelli manutentivi”.
A questo si vorrebbe far fronte con la cessione delle attività di gestione, manutenzione, progettazione del patrimonio pubblico all’ennesima società giuridicamente privata a partecipazione pubblica (sono già 11 le società di scopo in cui il Comune di Imola è presente).
Viene pubblicizzato che gli obiettivi della nuova società dovrebbero essere “migliorare la qualità, …. e contemporaneamente ridurre gradualmente i costi dei servizi gestiti dal Comune, individuare un modello organizzativo che permetta di rendere la gestione maggiormente efficiente e flessibile, realizzare investimenti, garantire un adeguato livello di sviluppo delle professionalità degli operatori”.
I lavoratori si chiedono: COME può essere migliorata la qualità quando le risorse che verrebbero assegnate dal Comune alla nuova società sono esattamente le medesime attualmente assegnate ai servizi che andrebbero a farne parte; quando non sono previste nuove assunzioni almeno per un quinquennio; quando sono previsti investimenti in macchine ed attrezzature di entità irrisoria rispetto ai bisogni e solo a partire dal 2014; quando i dipendenti che si dovranno occupare delle attività trasferite saranno meno rispetto ad ora (89 a fronte degli oltre 100 attuali) e le prestazioni da espletare previste saranno superiori a quelle attualmente eseguite; quando il contratto del personale ceduto potrebbe prevedere lo stesso numero di ore lavorate.
I lavoratori si chiedono: COME POSSONO ESSERE RIDOTTI I COSTI DEI SERVIZI quando il canone che il Comune corrisponderà alla nuova società sarà gravato dall’IVA per il suo intero importo (incluso il costo dei dipendenti ora non soggetto ad IVA); quando vi sarà un Amministratore delegato che dovrà essere remunerato; quando la nuova società dovrà dotarsi di figure professionali che effettuino contabilità, controllo di gestione, gestione del personale; quando per i lavoratori ceduti si prevedono contratti più remunerativi.
I lavoratori si chiedono: COME PUO’ ESSERE INDIVIDUATO UN NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO CHE RENDA LA GESTIONE PIU’ EFFICIENTE E FLESSIBILE quando l’analisi sull’attività dei servizi è basata unicamente su valutazioni di dati numerici e nessuno, ribadiamo nessuno, è mai venuto a verificare il come quelle attività vengono svolte; quando non esiste alcuna valutazione dei processi produttivi e dei risultati in questi anni ottenuti; quando non vi è alcuno studio sugli eventuali sprechi del modello organizzativo attuale; quando non è stata eseguita alcuna analisi in merito ai reali bisogni della comunità ed alle eventuali carenze nell’erogazione dei servizi; quando si prevede che le funzioni di programmazione e controllo rimangano all’interno del Comune con il rischio che la nuova struttura presenti già carenze nelle competenze o peggio ancora un raddoppiamento dei ruoli.
I lavoratori si chiedono: COME POSSONO ESSERE REALIZZATI INVESTIMENTI quando viene dichiarato pubblicamente dagli Amministratori che questi ci saranno solo se e quando sarà possibile e che non vi è l’intenzione di ricorrere all’indebitamento.
I lavoratori si chiedono: COME PUO’ ESSERE GARANTITO UN ADEGUATO LIVELLO DI SVILUPPO DELLE PROFESSIONALITA’ quando non è prevista alcuna risorsa per la loro formazione.
I lavoratori si oppongono perché sanno che, a fronte di un costo del canone a carico del Comune pari all’attuale, le risorse che potranno essere utilizzate per la manutenzione del patrimonio pubblico saranno notevolmente inferiori a causa delle spese indotte dal mantenimento della società; perché sanno che la normativa vigente è chiaramente volta a limitare la creazione di società di scopo; perché sanno che anche le società di scopo debbono sottostare ai medesimi vincoli, o meglio lacci e lacciuoli, delle Pubbliche Amministrazioni (rispetto del codice dei contratti, dei tetti di spesa per il personale, del patto di stabilità); perché sanno che la possibilità di costituzione delle società strumentali in house (come diventerà Area Blu) è possibile solo sino al 31 dicembre 2012; PERCHé SANNO che con le risorse assegnate non è possibile alcun percorso di efficientamento del settore operativo e che si dovrà continuare a ricorrere all’appalto di gran parte delle attività manutentive; PERCHé SANNO che non è stata eseguita alcuna analisi costi-benefici della cessione del ramo d’azienda, né alcuna proposta in merito all’assetto organizzativo futuro ed alla ripartizione di ruoli e mansioni; PERCHé SANNO che questo percorso non ha nulla di innovativo, ma è ciò che è stato attuato da un gran numero di Pubbliche Amministrazioni a partire dalla fine degli anni ’90, e che non sempre ciò ha portato benefici, né ai lavoratori, né ai cittadini (quali privatizzazione dei servizi, incremento di tariffe e tributi).
I lavoratori si oppongono perché rivendicano la loro funzione pubblica e la tutela dei valori propri di un pubblico servizio; perché rivendicano che il loro ruolo debba essere quello di rispondere alle esigenze ed ai bisogni dei cittadini ed alle necessità reali della comunità locale; perché rivendicano che la produzione di servizi adeguati alle necessità della collettività, non può essere ricondotta alle rigide regole del mercato.
La nostra proposta
I lavoratori propongono di avviare un processo di riorganizzazione interna al Comune che sia veramente innovativo, che si ponga come obiettivo di riqualificare la loro funzione ed il loro operato per rispondere ai reali bisogni dei cittadini, secondo politiche e strategie che mettano al centro la qualità urbana della città e che prevedano economie di scala e criteri di misurazione dei risultati.
I lavoratori non si oppongono a modifiche di mansioni, riconversioni di ruoli, cambiamenti di orari, estensione della propria attività ai Comuni del Circondario nell’ambito delle Gestioni Associate, per raggiungere quegli obiettivi di efficacia ed efficienza tanto decantati, dopo anni in cui il loro lavoro è stato volutamente e pedissequamente mortificato e portato lontano anni luce da quei principi, non per loro scelta.
Il Comitato organizzativo dei lavoratori di “stop partecipata”
Video manifestazione 12 maggio: http://www.youtube.com/watch?v=2tyec-_DrDw
Fedro :
ad rivum eundem , lupus et agnus , venerant, siti compulsi …
superior stabat Manca , longeque inferior 80 comunali …
Tunc fauce improba latro incitatus iurgii causam intulit:
“Cur – inquit – turbulentam fecisti mihi euro per manutentionem ?”
e gli 80 comunali contra timens :
“Qui possum – quaeso – facere quod quereris, <b< Manca ? A te decurrit ad meos haustus euro .”
Repulsus ille veritatis viribus:
” lo faccio per il vostro bene ”
” a noi non sembra” Respondit 80 comunalis
“allora lo faccio per efficentarvi” !
Atque ita correptum lacerat iniusta
s.r.l.
Haec propter illos scripta est homines fabula qui fictis causis innocentes opprimunt.
TRADUZIONE :
Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con falsi pretesti.
NON C’E’ ALTRO DA DIRE !