Esodati, guerra di cifre, la Fornero attacca l’INPS: non ho sbagliato

11 giu. – Il Ministro Elsa Fornero “ha manifestato ai vertici dell’Inps la propria disapprovazione e deplorato la parziale e non ufficiale diffusione di informazioni che ha provocato disagio sociale“. E’ quanto si legge in una nota. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Elsa Fornero “ha convocato il Presidente e il Direttore Generale dell’Inps per avere chiarimenti circa notizie relative a documenti interni all’Istituto contenenti valutazioni che, non corredate da spiegazioni e motivazioni di dettaglio, hanno finito per ingenerare confusione e sconcerto nella pubblica opinione”.

FORNERO RIBADISCE CORRETTEZZA DECRETO, SONO 65.000

Alla luce di quanto emerso nell’incontro con i vertici Inps, il Ministro del Lavoro Elsa Fronero “ribadisce la correttezza di quanto contenuto nel decreto, gia’ firmato dal Ministro del Lavoro e dal Ministro dell’Economia, sui “Salvaguardati” che, sulla base delle risorse finanziarie gia’ stanziate, definisce il loro numero in 65mila persone”.

GUERRA DI CIFRE

Secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, sono 390.200 gli esodati che potrebbero avere diritto ad andare in pensione secondo le vecche regole, come sarebbe indicato in una relazione inviata dall’Inps al ministero del Lavoro. Ma l’istituto nel pomeriggio ha smentito questa cifra. L’Inps “non ha fornito stime diverse e ulteriori rispetto al tema dei salvaguardati”, ha dichiarato il direttore generale Nori.
L’Istituto ha conferma dunque che i salvaguardati sono 65.000 per i prossimi 24 mesi allo stato dell’arte.

LE REAZIONI DI SINDACATI E POLITICI

Immediate erano state le reazioni di politica e sindacati alla notizia dei 390.200. Per il leader della Cgil, Susanna Camusso, “Che il numero dei 65mila fosse assolutamente irrealistico e che i numeri sono molto piu’ consistenti e’ evidente – ha detto -. Che venga fuori, al di la’ del gioco delle conferme e delle smentite, con una relazione dell’Inps che lo ribadisce e’ molto utile per dire che bisogna trovare una norma per dare risposte a tutti. Qualunque riforma fatta civilmente presuppone una clausola di salvaguardia”.

Per Camusso, infine, “non e’ possibile che nel Paese si parli da sei sette mesi di persone che non hanno contezza di cosa potranno fare nel futuro”.

Secondo il segretario confederale della Uil, Domenica Proietti, “sarebbe opportuno mettere fine al balletto di cifre sugli esodati chiedendo all’Inps di fornire con certezza i dati in questione, dati che solo l’Inps e’ in grado di conoscere nel dettaglio”. “Qualunque sia il numero degli interessati – osserva Proietti – tutti coloro che hanno sottoscritto accordi individuali e collettivi entro il 31 dicembre 2011 devono vedersi applicate le vecchie norme per l’accesso alla pensione”.

Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, “Se si fosse accettata la nostra proposta il problema non ci sarebbe.
Ora bisogna risolvere il problema, cominciando dai 65 mila e poi andare avanti”.  AGI