Madrid, 12 giu – – “Ancora una volta l’economia affonda, la disoccupazione esplode, le banche hanno problemi, i governi si affrettano a chiedere il salvataggio; ma, per qualche ragione, si salvano solo le banche, non i disoccupati“.
E’ quanto sostiene lo statuniense Paul Krugman, premio Nobel di economia 2008, in un articolo di opinone sul New York Times, riportato oggi da El Pais, sul riscatto al sistema bancario spagnolo per 100 miliardi concordato fra l’Eurogruppo e Madrid.
Secondo l’economista, un salvataggio previsto, necessario e, tuttavia, “non è la soluzione di cui aveva bisogno la Spagna”. “Non c’è nulla di male sull’ultimo piano di riscatto (anche se molto dipenderà dai dettagli che ancora non si conoscono) – scrive il Nobel – La cosa sorprendente è che i leader europei che lo hanno disegnato non hanno alcuna intenzione di cambiare le politiche che hanno lasciato senza lavoro quasi un quarto dei lavoratori della Spagna e oltre la metà dei suoi giovani”.
Krugman lamenta che le autorità europee “siano sempre disposte a difendere le banche, mentre stanno tradendo le persone alle quali si suppone l’economia debba servire“. E rimprovera alla Banca Centrale Europea il rifiuto a ridurre i tassi di interesse. “La disoccupazione nella zona euro è esplosa – annota – e tutto indica che il continente sta entrando in una nuova recessione. Intanto – aggiunge – l’inflazione decelera e le aspettative del mercato dell’inflaizone futura sono cadute in picchiata.
Per qualsiasi regola abituale di politica monetaria, la situazione esige tagli aggressivi dei tassi di interesse. Ma la Bce non si muove“. Per l’economista, fortemente critico con la parálisi dell’eurozona, “è sempre più evidente che ci vorrà una catastrofe assoluta per riuscite ad avere un’azione politica reale, al di là dei salvataggi bancari. Ma – aggiunge con ironia – non perdano le speranza: alla velocità in cui vanno le cose, specialmente in Europa, la catastrofe assoluta può essere dietro l’angolo”. (ANSAmed)