7 giu – Ragazze giovanissime, anche di 12 anni, rapite e costrette a sposare uomini più grandi. Si chiama Ukuthwala, che significa “prendere”, la pratica tradizionale sudafricana che ha le radici nei matrimoni combinati, molto frequenti nei villaggi.
Sono i genitori a stabilire chi le ragazze debbano sposare, in cambio del lobola, il “prezzo della sposa”.”Le ragazzine vengono rapite: poi i componenti della famiglia vanno dai genitori della sposa a pagare il lobola. Tutto dipende da quanto sono disposti a dare, perchè la ragazza è nelle loro mani: può valere una capra, due o un pollo” spiega Nombasa Gxuluwe della World Aids Campaign, in missione in questi villaggi sperduti, senza acqua ed elettricità, per sfatare miti e superstizioni.
“Si dice che dormire con una vergine guarisca l’uomo dall’Aids: per questo gli uomini scelgono le giovanissime, che rischiano di essere infettate. E la malattia si diffonde”.Non tutte le ragazze si sottomettono: alcune scappano e si rifugiano in case di accoglienza come questa, che sembra una prigione, gestita dalla chiesa e dalle autorità locali. Ma sono troppo impaurite per parlare o mostrarsi alle telecamera.
Nei loro paesi natali, intanto, la campagna di World Aids ha prodotto qualche effetto: i casi Ukuthwala si sono azzerati e gli uomini hanno cominciato a capire che le regole sono cambiate. La sfida, ora, è riportare le ragazze a casa, consapevoli dei propri diritti e senza sensi di colpa. tmnews