“No taxation without representation”. Imu: “ciò che un governo non ha alcun diritto di chiedere, un cittadino ha il diritto di rifiutare”

di Armando Manocchia – “No taxation without representation” è uno slogan la cui traduzione è: “No alla tassazione senza rappresentanza” che negli Usa durante gli anni 1750 e 1760 riassumeva una lamentela primaria dei coloni britannici nelle Tredici Colonie , che fu una delle cause principali della Rivoluzione americana .

Per riassumere in breve: molti in quelle colonie credevano che la mancanza di diretta rappresentanza nel lontano Parlamento britannico fosse un rifiuto illegale dei loro diritti come inglesi , e quindi le leggi che tassavano i coloni (uno dei tipi di leggi che si applicano alla maggior parte delle persone direttamente), e altre leggi che si applicavano solo alle colonie, erano incostituzionali . Tuttavia, durante il periodo della rivoluzione americana, solo 1 su 20 cittadini britannici aveva rappresentanza in Parlamento e nessuno dei quali faceva parte delle colonie. In tempi recenti, è stato utilizzato da molti altri gruppi in diversi paesi per  controversie simili, tra cui attualmente in alcune parti degli Stati Uniti.  La frase coglie un sentimento fondamentale per la causa della guerra civile inglese, così come articolata dal John Hampden che ha detto “ciò che un re inglese non ha alcun diritto di chiedere, un soggetto inglese ha il diritto di rifiutare” nel caso di furto di denaro.

E noi dobbiamo cominciare proprio da qui: “ciò che un governo illegittimo non ha alcun diritto di chiedere, un cittadino italiano ha il diritto di rifiutare”. Noi riteniamo di non avere una diretta rappresentanza politica. Il nostro invito è quello di rifiutare di pagare l’Imu. Non solo perché richiesta da un governo che non ci rappresenta, ma anche perché è una tassa iniqua, illegale. Quindi, non pagare l’Imu è una legittima difesa. L’Imu, imposta municipale unica, non solo viola una delle norme fondamentali dello Statuto dei diritti dei contribuenti, ma è addirittura incostituzionale. La nuova tassa sugli immobili varata dal Governo Monticida costituisce infatti un vero e proprio vulnus dell’ordinamento, e sebbene il tema sia complesso e molto delicato, tra gli esperti c’è chi è pronto a scommettere che esistano buone possibilità che eventuali ricorsi dei cittadini vengano accolti dalle varie Commissioni Tributarie.

Com’è noto l’Imu rientrava nelle disposizioni contenute nel decreto legge “Salva Italia” che è stato poi convertito in legge. Questi incapaci non hanno volutamente tener conto dell’articolo 4 dello Statuto dei diritti del contribuente che afferma quello che dovrebbe essere un principio cardine del rapporto tra i contribuenti e il fisco, ossia il “No taxation without representation” (No alla tassazione senza rappresentanza): «Non si può disporre con decreto-legge l’istituzione di nuovi tributi né prevedere l’applicazione di tributi esistenti ad altre categorie di soggetti». In parole povere, per l’imposizione di nuovi tributi o balzelli deve essere trattata nelle competenti Commissioni e a seguire, è necessaria una votazione parlamentare. Non basta dunque la sola volontà del Governo golpista – che tra l’altro, si è riservato la possibilità di rivedere le aliquote base a proprio arbitrio contravvenendo così alla certezza delle norme – e del Presidente della Repubblica che non c’è più (la repubblica, lui purtroppo sì).,

Il parere discordante degli esperti rilasciato a Il Vostro: Francesco Tesauro, avvocato e docente di diritto tributario all’Università Bicocca di Milano, secondo il suo parere, ha spiegato che vista l’attuale situazione economica, non è così grave che il legislatore violi lo statuto dei diritti del contribuente. «Il legislatore – ha spiegato il legale – deve rispettare la Costituzione, non le altre leggi. Si può concepire lo Statuto come una “superlegge”, che il legislatore deve rispettare, perché le leggi che violano lo Statuto sono simili a leggi che violano la Costituzione. Questa però è una tesi minoritaria. Ritengo che in una situazione di emergenza come questa, un tributo possa anche essere istituito con decreto legge. Forse è incostituzionale lo Statuto che pretende di modificare il regime costituzionale delle fonti».

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