5 mag – ”Il modo in cui il Pd ha deciso di individuare il candidato del partito all’interno delle Autorita’ di Garanzia non cambia la sostanza della questione.
Che sia scelto dal Segretario, dalle Presidenze dei gruppi, o dai parlamentari attraverso una consultazione che si immagina di nobilitare col nome di primarie, il candidato resta un candidato di Partito. Per questo solo fatto il Pd riconosce a Berlusconi il diritto di scegliersi un candidato che, in quanto indicato dalla sua parte, viene riconosciuto come rappresentante dei suoi interessi di parte”.
Lo afferma il deputato democratico ‘ulivista’ Arturo Parisi, che aggiunge: ”Altro che Autorita’ di garanzia e regolazione! Ancora una volta viene cosi’ posta la premessa perche’ l’Autorita’ non sia una istituzione super partes, ma il luogo dove le parti compongono e negoziano i propri interessi di parte, il luogo dove i regolati diventano regolatori, e i controllati controllori. Altro che conflitto di interessi. Nessun altro episodio piu’ di questo potrebbe dare un esempio migliore del modo in cui la ‘democrazia dei partiti’ si fondi sul riconoscimento al sistema dei partiti del diritto di governare la spartizione”.
”Anche se non e’ una notizia, e’ evidente -conclude Parisi- che non posso che confermare il motivo per il quale non ho preso parte alle cosiddette primarie per il candidato di partito nelle Autorita’, una consultazione che in un sol colpo svilisce primarie, candidato, partito e Autorita’ di garanzia”. agi