Pm Trani “Standard & Poor’s operò per destabilizzare l’Italia”

1 giu – Il pm Michele Ruggiero della procura di Trani ha chiuso il filone di indagini sull’agenzia di rating Standard & Poor’s, una delle tre agenzie di rating (insieme a Fitch e Moody’s, ndr.) indagata dalla procura per i declassamenti dell’Italia e le conseguenze sull’andamento delle borse. S&P – spiega l’Adusbef in una nota – è imputata “per manipolazione di mercato pluriaggravata e continuata nell’ atto notificato ieri ai legali dell’agenzia stessa“. Nello stesso atto, che verrà consegnato alla Consob dal pm, “si chiede che la Consob valuti la possibilità che S&P possa continuare ad operare in Italia”.

In una nota Standard & Poor’s ha replicato: “Riteniamo che le accuse riportate siano prive di ogni fondamento e non supportate da alcuna prova: continueremo a difendere strenuamente le nostre azioni e la reputazione della società”
L’ inchiesta sulle agenzie di rating prese le mosse, nell’estate 2010, in seguito a una denuncia di Adusbef e Federconsumatori sull’ operato di Moody’s. In particolare, a Moody’s veniva imputato il report del 6 maggio 2010 che definiva l’ Italia un Paese a rischio. Poi si sono aggiunti i filoni di indagine su S&P e Fitch.

Oltre agli analisti di S&P, sono indagati anche l’ ex presidente, Deven Sharma, e l’ attuale responsabile dell’ agenzia per l’ Europa, Yann Le Pallec, spiega l’Adusbef citando quanto emerge dall’ avviso di conclusione delle indagini notificato ieri a Milano dal nucleo di polizia tributaria di Bari ad Antonio Golino dell’ ufficio legale Clifford Chance e all’ avvocato Guido Alleva, che curano la difesa di S&P insieme a Giuseppe Fornari.

“Sharma e Le Pallec – aggiunge l’associazione dei consumatori – devono rispondere di manipolazione di mercato pluriaggravata e continuata insieme ai tre analisti Eileen Zhang, Frank Gill e Moritz Kraemer, già indagati per i report del maggio e luglio 2011 e per il declassamento del 13 gennaio scorso.

L’ indiano Deven Sharma si è dimesso, nell’ agosto 2011, dal suo incarico di guida internazionale dell’ agenzia con sede a New York dopo le polemiche seguite al declassamento del debito Usa. Ma l’ avviso di conclusione delle indagini della procura di Trani, che da un anno ha puntato gli obiettivi su S&P, ieri mattina ha riguardato anche lui per via dei declassamenti operati all’Italia, oltre che a diversi Paesi europei. Gli vengono imputate, perciò, solo le valutazioni sospette del 20 maggio e dell’ 1 luglio 2011″.

In particolare, il 20 maggio venne divulgato in un report l’avvenuto “taglio dell’ outlook del debito sovrano dell’ Italia da stabile a negativo”. “Questa valutazione – ricorda l’Adusbef – venne puntualmente smentita dall’ allora ministro Giulio Tremonti, ma il report ebbe l’ effetto di causare perdite di titoli azionari, obbligazioni e titoli di Stato italiani“.

Il 1 luglio, invece, i giudizi negativi di Standard & Poor’ s riguardarono “persino la manovra finanziaria presentata in Consiglio dei ministri da Tremonti, ‘quando il testo della stessa – spiegò la procura nell’ atto di esibizione di documenti notificato durante alcuni sequestri – non era ancora ufficiale e definitivo, determinando ulteriori turbolenze sul mercato dei titoli e sulle aste dei titoli di Stato'”.

Risale, invece, al 13 gennaio scorso il declassamento dell’ Italia da A a BBB+, firmato dagli analisti Gill e Kraemer e ritenuto “incongruo e incoerente – come scrisse il pm nel decreto di perquisizione e sequestro della sede di S&P effettuata a gennaio – da una molteplicità di autorevoli soggetti istituzionali”. Adusbef e Federconsumatori si costituiranno parte civile nel processo a nome di “migliaia di risparmiatori frodati”. tiscalinotizie