Attentato Brindisi: detonatore di fabbricazione romena, spunta la pista dell’Est

24 mag – Lo riferisce la Gazzetta del Mezzogiorno. “È di fabbricazione rumena il detonatore usato per far esplodere l’ordigno che sabato mattina ha seminato morte tra le ragazze che sostavano dinanzi all’istituto professionale di Brindisi Morvillo-Falcone» in attesa di entrare nella scuola.

“I nuovi tasselli acquisiti agli atti dell’inchiesta non sono di quelli che consentono una svolta, ma evidenziano – anche se si dovrà capire come mai le immagini rivelano un solo telecomando nelle mani dell’uomo – che ulteriori indizi cominciano a giungere anche dal fronte delle indagini più strettamente legate alle analisi tecnico-scientifiche dei reperti individuati sul luogo della dell’attentato.

Un congegno si sarebbe attivato, facendo deflagrare le tre bombole di gas assemblate nel cassonetto, per l’input ricevuto da un sensore volumetrico – sensibile cioè al passaggio di una persona entro un certo raggio – a sua volta messo in funzione, pochi istanti prima, dall’impulso di un telecomando a distanza.

La produzione rumena del detonare, se da un lato non significa di per se che ad agire sia stata gente proveniente da quell’area geografica, dall’altro fornisce un’indicazione sui contatti di cui gli assassini potrebbero disporre per ottenere i loro strumenti di morte.

E al tempo stesso offre un indizio da affiancare ad altri dati già acquisiti, come ad esempio la circostanza (anch’essa di perse non emblematica di nulla) che una delle diverse persone finora ascoltate in Questura avrebbe viaggiato spesso all’est, avendo anche una compagna di nazionalità rumena.”