La sorella di Falcone: Giovanni fu combattuto anche all’interno della magistratura

23 mag – ”Giovanni fu contrastato, combattuto, visto come un nemico numero uno da combattere. E questo, anche se e’ doloroso dirlo, anche da parte della magistratura stessa che vedeva in lui l’eccezione”. E’ quanto ha detto alla Radio Vaticana, Maria Falcone presidente della “Fondazione Giovanni e Francesca Falcone”, sorella del magistrato assassinato a Capaci 20 anni fa.

”Ai magistrati – ha aggiunto – ha lasciato un metodo di lavoro e un modo per combattere la mafia. Ha fatto abbattere il segreto bancario, introdotto il concetto di scientificità dell’indagine e quello del coordinamento, della veduta d’insieme, delle singole indagini”. ”Ai giovani – ha aggiunto – lascia la sua ‘religione del dovere’, l’insegnamento che ognuno deve fare la propria parte, costi quel che costi, affrontando qualsiasi sacrificio”.

”Mio fratello Giovanni – ha detto ancora Maria Falcone – è stato, in un certo senso, un ‘eroe solo’ perché fortissima era la resistenza a difendere un sistema che nessuno voleva toccare”. ”Era un sistema, ritenuto intoccabile – ha spiegato all’emittente vaticana – che non significava solamente ‘mafia’ ma includeva connubi particolari tra pezzi della società e la criminalità organizzata”.

”I processi contro i mafiosi, spesso, o quasi sempre – ha rilevato Maria Falcone – finivano per assoluzione per insufficienza di prove. Giovanni inventò un ‘metodo’ di indagine, che ha preso il suo nome, che non era altro che la scrupolosa raccolta di tutti le prove che potevano incastrare i criminali. Una metodologia apprezzata e imitata oltreoceano dagli agenti statunitensi dell’Fbi”. adnk