14 mag – Un incremento del 10 per cento della popolazione straniera in un quartiere determina un aumento dei prezzi delle abitazioni dell’1,6 per cento nella media della città; la variazione dei prezzi è sostanzialmente nulla nelle aree dove si concentrano gli stranieri e più elevata nel resto della città.
Le stime indicano che per ogni 10 immigrati che arrivano in un quartiere, circa 6 residenti nativi si trasferiscono verso altre aree della città.
All’interno delle città, gli immigrati tendono a concentrarsi in alcune aree: questo fenomeno è evidente anche in Italia, dove la quota di immigrati in alcuni quartieri è circa dieci volte superiore alla corrispondente quota in altri quartieri.
La ricerca di Bankitalia “L’EFFETTO DELL’IMMIGRAZIONE NELLE CITTÀ ITALIANE” studia l’interazione tra nativi e immigrati nelle aree urbane italiane, esaminando gli effetti della presenza straniera sul mercato immobiliare. L’analisi si basa su un modello teorico in cui si ipotizza che gli immigrati abbiano mediamente un reddito inferiore rispetto ai nativi e che questi ultimi possano cambiare quartiere in seguito all’afflusso di immigrati. La maggiore domanda di abitazioni connessa con l’aumento degli immigrati in un quartiere determina un aumento dei prezzi medi delle case in tutta la città.
Se a seguito dell’immigrazione, inoltre, i nativi percepiscono un deterioramento della qualità della vita, ad esempio perché prevedono un possibile peggioramento dei servizi offerti (quali un maggiore affollamento sui trasporti pubblici), allora la crescita dei prezzi nel quartiere in cui si concentrano gli immigrati risulta inferiore a quella media e si associa a un loro deflusso verso altre aree della città.
Gli effetti sono di segno opposto se la presenza di stranieri influenza positivamente le prospettive sulla qualità della vita (ad esempio attraverso una maggiore varietà di beni e servizi offerti).