Parma scuola: progetto Giocampus anti-obesi, 80 ore in orario scolastico

10 MAG – Imparare fin dai banchi di scuola a muoversi e a mangiare bene per combattere sovrappeso e obesita’ che vede ancora l’Italia maglia nera in Europa e seconda dopo gli Stati Uniti. E’ questo il principale obiettivo di ‘Giocampus’, programma educativo sperimentato a Parma e approvato dalla Societa’ italiana di pediatria, che ha ottenuto in dieci anni una stabilizzazione della percentuale di bambini con problemi di peso e un ”netto” miglioramento delle abitudini alimentari a partire dalla prima colazione, come ha spiegato Maurizio Vanelli, ordinario di pediatria dell’Universita’ di Parma e membro del comitato scientifico del progetto.

Illustrando i risultati al 68° congresso della Sip, Vanelli ha sottolineato come il metodo educativo innovativo proposto da Giocampus, che coinvolge famiglie, insegnanti, amministrazione, societa’ sportive e Coni, ha portato ad esempio ”a un aumento del consumo di frutta al mattino del 20%, mentre sono triplicati i ragazzi coinvolti in attivita’ fisiche extrascolastiche”. Ma sono anche ”calati dal 30 al 18% i bambini che fanno colazione davanti alla tv, i distributori di bibite nelle scuole sono spariti e sostituiti da quelli per l’acqua ed e’ aumentato del 102% il numero di bambini che con il servizio ‘pedibus’ va a scuola a piedi”.

Il progetto dura tutto l’anno, e offre ai bambini delle scuole elementari 60 ore l’anno di educazione motoria in piu’ rispetto al programma ministeriale e a partire dalla terza elementare anche 20 ore di educazione alimentare. ”Il nostro metodo mette il bambino al centro delle sue esperienze di salute – ha spiegato Viviana Finistrella, psicologa esperta di nutrizione e disturbi dell’alimentazione – stimolando la sua curiosita’ e puntando sulle esperienze pratiche con cui sviluppa delle competenze sul suo benessere e la sua salute”.

L’alimentazione, ha aggiunto, ”e’ vista come legata alla vita del bambino e alla sua personalita’, tanto che alcune unita’ operative spiegano la relazione ad esempio con l’autostima, la socializzazione”. (ANSA)