11 mag – Evangelos Venizelos, ha ammesso in serata di aver fallito nel tentativo di formare una coalizione di governo. “Informero’ il presidente della Repubblica domani e spero che con Carolos Papoulias ogni partito si assuma le sue responsabilta’” ha detto Venizelos alludendo alla possibilita’ che ora Papoulias convochi tutti i partiti per vagliare la fattibilita’ di un governo di emergenza di unita’ nazionale. Sarebbe questa infatti l’ultima carta della Grecia in mano per evitare un ritorno alle urne che getterebbe i mercati nella piu’ totale incertezza.
Europa e Fmi hanno gia’ congelato un miliardo di euro di aiuti, parte della prima tranche da 5,2 miliardi del secondo pacchetto complessivo da 130 miliardi: un segnale ad Atene che potrebbe trasformarsi in futuro in qualcosa di molto peggio.
Lunedi’ si riunira’ a Bruxelles l’Eurogruppo e i leader dell’Eurozona dovranno fare i conti con la situazione. Intanto pero’ l’ipotesi dell’uscita della Grecia dall’euro e le sue conseguenze sono state “discusse” gia’ oggi dai banchieri centrali europei. Ad affermarlo e’ Per Jansson, il vice governatore della Riksbank che ha invitato a essere molto cauti “a ipotizzare che sarebbe un processo indolore senza complicazioni”. “Spero e credo – ha aggiunto – che resteranno nell’Eurozona”.
In vista di ogni evenienza anche le banche europee si stanno organizzando e i consulenti legali perdono il sonno chiedendosi quale tasso di cambio verrebbe applicato da Atene o come controllare il movimento di capitali. Per non parlare del fatto che, se diventasse impossibile rimborsare debiti in euro, con la svalutazione della dracma, le banche rischierebbero di non riuscire a farsi ridare indietro i prestiti erogati in Grecia. Circa 3,3 miliardi di titoli di stato greci sono in scadenza il 18 maggio ma questa volta verranno coperti dal primo esborso del Fondo monetario che evitera’ il default e il congelamento dei salari. Per il dopo pero’ e’ tutto da vedere. (AGI) .