6 mag – In un clima di forte contestazione si è svolta stamane una manifestazione a Pescara per protestare contro la presenza dei rom in città. Un’iniziativa alla quale hanno partecipato oltre mille persone e che ha assunto un sapore fortemente critico nei confronti delle istituzioni locali. A determinare l’iniziativa è stata la recente vicenda dell’uccisione del giovane ultrà di Pescara Domenico Rigante, assassinato la sera del 1 maggio. Proprio ieri le forze dell’ordine hanno arrestato il presunto autore, Massimo Ciarelli che si trova tuttora rinchiuso nel carcere di Vasto (Chieti). Oggi la polizia ha chiesto maggiore collaborazione ai cittadini che hanno assistito all’omicidio e che vengano a “raccontare quello che hanno visto”. “Chi sa parli” ha detto Pierfrancesco Muriana, capo della Squadra mobile di Pescara.
Sul fronte della cronaca la tensione va ora allentandosi anche se la preoccupazione resta alta a Pescara anche dopo la manifestazione di protesta inscenata stamane dinanzi al Comune. Oltre un migliaio di persone, non solo ultras, ma anche semplici cittadini ormai esasperati, hanno richiesto l’attenzione delle autorità locali ad allontanare dal territorio urbano i rom.
A un certo punto della manifestazione un altro corteo spontaneo stava dirigendosi verso il quartiere Rancitelli, dove risiede buona parte della comunità rom locale. Le forze dell’ordine hanno presidiato il quartiere proprio per evitare incidenti. Ma, a quanto è stato possibile apprendere, a fermare la marcia verso Rancitelli sarebbero stati proprio i capi degli ultras biancoazzurri fra i quali il fratello del giovane ucciso la sera del 1 maggio Domenico Rigante.
Parlando della comunità dei rom il questore ha detto che “i rom pescaresi sono cittadini italiani che vivono da queste parti da circa 40 anni. Si sono perfettamente integrati, una parte di questa comunità delinque mentre un’altra lavora. Su quelli che delinquono stiamo portando avanti un’azione intensa e costante”. adnk